Nel moderno auditorium del Palazzo Blu di Pisa venerdì sera, 28 marzo, si è tenuto il concerto di apertura del Festival Musicale Internazionale Fanny Mendelssohn. I centotrenta posti disponibili nella sala (tutti esauriti, come sempre) hanno ospitato un pubblico attento ed entusiasta della performance dei due violoncellisti svizzeri Claude Hauri e Milo Ferrazzini Hauri.
Dopo i saluti della direttrice artistica del Festival, Sandra Landini, padre e figlio si sono esibiti aprendo con un brano alpestre del musicista tedesco Friedrich August Kummer. Dopo aver ascoltato “Variazioni su tema svizzero” ci è stata presentata una prima assoluta del giovane Milo che con “Spiegel im Tod” ha proposto una sperimentale performance basata essenzialmente su una rigorosa attenzione ai tempi musicali usando per lo scopo un cellulare e un tablet posti sui due leggii.

Spiegel significa specchio e l’intento del talentuoso Miloera quello di imbastire un brano che desse l’idea di immagini e suoni speculari affrontando ambiziosamente anche il tema della morte. Deve esserci riuscito vista la reazione degli astanti che hanno applaudito calorosamente apprezzando l’originalità e l’innovazione.
In sala era presente l’autore del terzo brano in programma che prima della sua esecuzione ci ha intrattenuto raccontando il background della sua opera. Mathias Steinauer, questo è il nome del musicista, gradito ospite, che ha composto il suo” Canti in forma di ritratti appesi a fili sottili” op. 39, intervistando tante persone emigrate in Svizzera provenienti dal Tibet, dall’Eritrea e dall’Afghanistan, con una curiosa tecnica attraverso la quale ha potuto eludere la difficoltà di comunicare linguisticamente. Steinauer ha realizzato dei veri e propri ritratti musicali facendo esibire queste persone in canti tradizionali della loro terra e carpendone l’essenza. Claude Hauri e suo figlio sono stati bravissimi ad interpretare il pezzo avvalendosi anche di piccolissimi strumenti a fiato che hanno reso magica la performance.

Immaginando “l’audizione” della timida donna tibetana dalla voce potente che aveva tanto colpito Steinauer, abbiamo goduto appieno di questa particolare esibizione, nondimeno degli altri brani in scaletta tutti eseguiti egregiamente. Particolarmente apprezzato è stato, a nostro avviso, “Variazioni sul tema Mosè di Rossini , su una corda” di Niccolò Paganini che a suo tempo fece scalpore e fu giudicato di diabolica interpretazione. I due violoncellisti hanno eseguito il brano suonando anch’essi su una corda in modo alterno dimostrando oltre che un’immensa bravura anche un’intesa musicale della quale abbiamo colto un notevole affiatamento. A seguire abbiamo ascoltato “Scherzo op.12 n. 2 di Daniel Van Goens, una Tarantella e una Rapsodia ungherese di David Popper e infine Czardas di Vittorio Monti. Accolti da interminabili applausi il Duo Hauri-Ferrazzini ha concesso il bis interpretando un “Allegro prestissimo” di Joan Barriere, sonata per due violoncelli.
La serata è stata ulteriormente allietata da un delizioso brindisi con degustazione tenuto nelle bellissime sale sette-ottocentesche con arredi e dipinti d’epoca.
Il prossimo appuntamento di questa prestigiosa kermesse musicale è fissato per il 4 Aprile prossimo presso il Museo Piaggio di Pontedera.
Marina Sacchelli
Foto di Alessio Alessi
