Vedi Arezzo e vivi… bene

- Angoli da scoprire, Primo piano
15 Aprile 2025

I ricordi dell’infanzia, nell’età senescente, riemergono come un sub dopo un tuffo a trenta metri sott’acqua. Leggi Arezzo, per caso, e ti torna in mente quando la tua maestra elementare che ti parlava delle usanze folcloristiche toscane e dopo il nostro amato e ben conosciuto Gioco del Ponte, il famosissimo Palio di Siena e altri, t’inseriva la Giostra del Saracino aretina, anche se dubito l’avesse mai vista dal vivo. Che ti colpì e rimase impresso per la sua somiglianza ai tornei cavallereschi che ti piaceva vedere nei prediletti film in cappa e spada.

Ma poi finì tutto lì e in Arezzo c’eri passato solo altre due volte tipo toccata e fuga provenendo da altri luoghi e avevi visto poco o nulla, tipo la bella Piazza Grande, con le sue particolari Logge Vasariane, intravista pure nel premiato film di Roberto Benigni dove si afferma (giustamente) che la vita è bella nonostante le brutture della shoah che racconta.

Decidere di andarci in maniera più seria e organizzata dato che dista da casa nostra solo due orette di viaggio sull‘autostrada è stato un attimo. Anche se il Saracino in questo periodo è in altre faccende affaccendato e non pensa certo alla giostra dato che giugno e settembre, i due mesi in cui si svolge, sono ancora lontani.



La prima cosa che colpisce quando arrivi in questa deliziosa cittadina toscana di 96.604 abitanti di cui 11.632 stranieri (12%), sono le lunghe e grandi strade che dividono il centro e rendono facile la viabilità prima di addentrarci, a piedi, nell’interessante e ricco centro storico e pieno di bellezze architettoniche, chiese di rilevo e gli innumerevoli locali e localini che costellano piacevolmente il cammino.

Volevo, come sempre, sapere l’origine del nome così ho indagato e scoperto che il nome l’avrebbe preso, per la leggenda, dalla dea Artume, una specie di Artemide greca o Diana romana. Se, poi, si hanno pure curiosità storiche si possono realizzare delle bellissime scoperte dato che, al pari di tutte le città della nostra amata toscana, è intrisa di fatti, vicende note e meno note, e bellezze di ogni tipo.

Famosa e importante città etrusca, Arretium divenne un vitale presidio romano; un fiero, potente e libero comune medievale ghibellino conquistato dopo secoli di lotte (e sconfitte) dai Medici e successivamente passato ai Lorena nel Granducato. La cittadina il cui simbolo distintivo è la mitologica Chimera, ha dato i natali a personaggi illustri come il grande poeta Francesco Petrarca (1304-1374), che nacque quando Dante abitava nella cittadina; il pittore architetto e primo storico dell’arte Giorgio Vasari (1511-1574); il musicista Guido Monaco (991/2-1045 e 1050) che elaborò la nuova notazione musicale; i poeti Guittone d’Arezzo (1230/1235-1294) e Cenne da la Chitarra (XIII sec.-1336).Per non parlare delle illustri personalità che li sono arrivate e hanno vissuto del corso dei secoli il cui elenco sarebbe lungo.



A me viene in mente un recente uomo politico che fece la storia della Prima Repubblica italiana nella DC ricoprendo ruoli importanti come Amintore Fanfani (1908-1999) e il discusso, a dir poco, faccendiere Licio Gelli che vi morì nel 2015. Ma l’attenzione, lì sul posto, l’ho rivolta verso un personaggio medioevale, Piero Della Francesca (1412 circa-1492), che nella Chiesa di San Francesco ha creato uno dei suoi capolavori: “La leggenda della vera croce”, opera di assoluto valore nazionale ed europeo.

Senza indossare i saccenti panni dello storico dell’arte che non sono si può dire che tratta una storia tipicamente medioevale dato che all’epoca c’era una vera e propria idolatria per reliquie e oggetti santi.

L’opera di Piero della Francesca (matronimico data la morte del padre prima della nascita) narra la “Leggenda aurea” di Jacopo da Varagine attraverso 11 meravigliose scene, messe non in sequenza, che ipotizzano come la Crocifissione di Gesù sia stata prevista sin dalla fondazione del mondo (come recita l’Apocalisse di Giovanni) e quindi ha permesso la resurrezione dell’uomo.


Le scene partono da Adamo, toccano Salomone e la scomparsa della Croce dopo il supplizio di Cristo, poi arriva a Costantino che la sogna e la mostra a Massenzio sconfiggendolo cosi sul Ponte Milvo; poi si riperde e la madre di Costantino, Elena, la ritrova, ma nel 615 un re persiano se la prende e profana, ma l’imperatore d’Oriente Eraclio la sconfigge e la riporta a Gerusalemme.

Insomma, una specie di ineguagliabile fumetto ante litteram situato entro un altrettanto notevole chiesa dedicata all’altrettanto notevole chiesa dedicata al Patrono d’Italia.

Una bella tappa, anche se certo non l’unica in un percorso virtuoso all’interno di una cittadina antica e ricca di bellezza e fascino dove si mangia pure bene.

Vedi Arezzo e poi… vivi bene, quando ci sei. E non sono stato nemmeno pagato dall’ufficio del turismo locale per scrivere tutto quanto. Per quanto, se ci ripasso…

Guido Martinelli

Condividi la notizia:
Articoli pubblicati: 266

Collaboratore

Lascia un commento