– Andrea Bartelloni –
Cosa c’entra Gustave Thibon, il “filosofo-contadino”, con la città di Pisa? Questo nome è sicuramente sconosciuto ai più come sconosciuta la storia che lo lega a Pisa e all’Italia. Nato nel 1903 in un piccolo paese del Midì francese, dopo aver viaggiato e visitato varie nazioni europee, tra le quali anche l’Italia, ritorna a casa dove farà il contadino per tutta la vita. Abbraccerà la fede cattolica e coltiverà la sua formazione sui libri diventando un pensatore che con la sola licenza media sarà conosciuto in tutta la Francia. Alcune sue opere, tra le quali Diagnosi, fondamentale per capire il Thibon-pensiero, verranno pubblicate in italiano alla fine degli anni 40 senza una grande diffusione tanto che, un editore romano, Giovanni Volpe, ristampò “Diagnosi: Saggio di fisiologia sociale”, agli inizi degli anni settanta. Questo volume colpì molto alcuni studenti universitari di Pisa tra i quali ricordiamo Marco Tangheroni, Giulio Soldani e altri che provenivano da molte parti d’Italia.
La lettura di Diagnosi fu una scoperta che portò ad approfondire quest’autore originale. Ecco allora che contattarono l’editore romano per far uscire l’altro testo importante per capire il filosofo contadino”, “Ritorno al reale: nuove diagnosi”, fino a quel momento mai pubblicato in Italia. A questi studenti pisani Thibon dedica il volume ringraziandoli, assieme all’editore Giovanni Volpe. Nell’introduzione a Diagnosi Gabriel Marcel affermava di non conoscere la ricca produzione di aforismi, quindi, con piacere accogliamo la pubblicazione del volume “Il tempo perduto, l’eternità ritrovata”. Aforismi sapienziali per un ritorno al reale dell’editore crotonese D’Ettoris che sicuramente avrebbe fatto la gioia degli studenti pisani di allora.
Il volume raccoglie gli aforismi pubblicati nell’arco di quarant’anni, perle preziose, riflessioni anche molto forti e dure, ma sempre ricche e profonde. Tutto questo lo dobbiamo anche alla traduzione molto accurata di Antonella Fasoli, che ha curato la pubblicazione del libro, che permetterà anche ad un pubblico più giovane di apprezzare la grande profondità e cultura dell’autore, che affronta temi centrali come il problema di Dio, la grazia, la libertà, l’amore e la morte. Il tutto condito da un realismo disarmante agli antipodi del pessimismo o dell’ottimismo della nostra società moderna.
Andrea Bartelloni