La sinistra pisana ha duramente protestato per la rimozione dell’edicola, in Borgo Stretto, simbolo della lotta alla mafia. Dopo il sequestro, infatti, l’edicola era stata gestita da una cooperativa vicina a Libera, l’associazione di don Ciotti impegnata nella lotta alle mafie e nella valorizzazione dei beni sottratti al crimine organizzato. Ma le cose non erano andate bene e, per motivi economici, l’edicola era stata costretta a chiudere. Tra i pochi, a sinistra, che non hanno gridato allo scandalo per la rimozione dell’edicola troviamo il Psi, di cui riportiamo una nota del segretario Carlo Sorrente.
Nella città di Pisa si è aperto un dibattito a seguito della rimozione di una edicola situata nella via più bella e storicamente rilevante della città.
Il manufatto, invero brutto, ingombrante ed inutile, essendo non più utilizzato da tempo, aveva una storia che lo legava alla mafia, alla quale era stato confiscato.
Fra le voci più autorevoli che si sono innalzate nei toni c’è chi addirittura si appella al giudizio della storia contro la giunta di destra rea di essere insensibile ai valori della lotta antimafia, senza considerare che l’edicola era stata abbandonata da anni dalla cooperativa sociale di cultura etica cattolica e solidale che l’aveva presa in gestione.
Noi socialisti laici e riformisti crediamo che la rimozione del manufatto abbandonato in disuso abbia restituito decoro alla città che, nonostante il cambio di amministrazione, appare tuttora abbastanza sporca e abbandonata proprio nei luoghi storici di massima presenza dei turisti.
“More solito” ci si accapiglia sul nulla, con le consuete accuse ed offese fra “guelfi e ghibellini”, quando magari sarebbe stato sufficiente, se la giunta fosse stata più accorta e sensibile ai valori della legalità, dopo la necessaria rimozione dello scempio, apporre, sulla base di una condivisione consiliare e pubblica, una targa per ricordare che un tempo in quel luogo c’era un’edicola confiscata alla mafia.
I socialisti si augurano che allo spirito polemico a Pisa prevalga sempre il buonsenso che la città litigiosa è condannata a non reagire al declino ormai devastante nei cuori e nelle menti.
Facciamo appello affinché la dura polemica sulla demolizione dell’edicola/rudere, a suo tempo “sequestrata per mafia”, termini con il buon senso.
Invitiamo gli tutti ad una maggiore cautela nei modi e nei toni poiché l‘averla demolita è compatibile con il decoro urbano di uno dei posti più belli del Borgo!
Come P.S.I. lanciamo la proposta di apporre sul selciato o sulla colonna prospiciente all’ex fatiscente rudere una formella evocativa delle vittime della mafia e del terrorismo a futura e imperitura memoria.