– Guido Martinelli –
Siamo tutti coscienti di vivere in un modo frenetico e consumistico che brucia tutto lasciando poco spazio e tempo ai sentimenti e alla memoria del nostro passaggio. Viviamo in un eterno presente di cui non riusciamo a cogliere sovente il senso poiché presi dall’ansia di andare avanti senza prospettive. In questo quadro la musica ha una sua funzione salvifica. Per chi l’ascolta è un ansiolitico naturale, come ormai tutti gli scienziati riconoscono, produce l’ossitocina, ormone della felicità, rilassa e rinforza il sistema immunitario dimostrandosi anche analgesica e in grado di migliorare le relazioni sociali. Insomma, riscalda l’anima soprattutto quando vengono riproposti quei brani classici dell’Ottocento che permettono alla mente di tornare indietro nel tempo e respirare antichi sapori e perduti ideali: un vero toccasana.
Per questo va ringraziata la direttrice artistica Sandra Landini e i suoi valenti collaboratori dell’associazione “Fanny Mendelssohn”, che anche quest’anno ripropongono il Festival Musicale Internazionale giunto alla VII^ edizione. La novità del festival 2020, come anticipato giorni fa in sede di presentazione di questo qualificato appuntamento musicale che conferisce lustro al nostro territorio, sono due concerti preliminari al festival vero e proprio denominati appunto “Aspettando il Festival” di cui il primo è stato realizzato Venerdì 21 febbraio al Teatro “Rossini” di Pontasserchio, a pochi chilometri da Pisa. In tale occasione, in un teatro colmo di spettatori in larga parte composto da giovani, si è esibita l’Asolo Chamber Orchestra accompagnata dal pianista Maurizio Moretta, gran virtuoso della tastiera che ha alle spalle un curriculum prestigioso.
La serata è iniziata con il Concerto per pianoforte No. 21 in Do Magg. K 467 di W. Mozart (1756-1791) Il concerto fu pubblicato da Mozart nel 1785 quando lui, licenziato dal servizio dell’arcivescovo Colloredo, aveva scelto la vita del libro artista a Vienna e l’anno della composizione lo trova sulla cresta dell’onda dopo il successo del “Ratto del Serraglio”. In questo periodo Mozart scrive una serie di quattordici concerti per pianoforte e orchestra dal 1783-1787 che hanno in comune numerosi caratteri espressivi e formali così caratterizzati dallo stesso Mozart in una lettera di quegli anni “..sono esattamente una via di mezzo tra il troppo difficile e il troppo facile; brillanti, gradevoli all’orecchio, naturali senza cadere nel vuoto. Qua e là potranno soddisfare gli intenditori ma sempre in modo tale che anche gli incompetenti ne provino piacere senza sapere perché”.
Il concerto si divide in tre tempi: allegro maestoso, andante e allegro vivace. Dopo l’acclamata performance del maestro Moretta si è esibita l’Orchestra di archi Asolo Chamber diretta da Valter Favero. Trattasi di una formazione formata dai migliori musicisti del panorama musicale italiano che è stata ospite di prestigiosi Enti e Associazioni concertistiche collaborando con artisti conosciuti in ambito internazionale che è diretta da un Direttore d’Orchestra conosciuto a livello internazionale. L’Orchestra, che al suo interno registra diverse formazioni cameristiche che testimoniano l’affiatamento e l’ottima sinergia musicale tra i componenti, ha effettuato numerose registrazioni e partecipazioni a trasmissioni Rai e Mediaset.
Il primo brano eseguito è stato un concerto per violoncello del grande musicista lucchese Luigi Boccherini (1743-1805), maggior rappresentante della musica strumentale nei paesi neolatini europei durante il periodo neoclassico. Dalla grande mole delle sue prolifiche composizioni di questo prodigioso e precoce talento è stato suonato il Concerto n. 7 in Sol Maggiore per violoncello e orchestra G.480 dal violoncellista Francesco Ferrarini che, tra le tante e notevoli referenze musicali che vanta, è stato anche primo violoncello del teatro “La Fenice” di Venezia.
Accompagnato dagli archi degli orchestrali ha eseguito i tre movimenti scritti dal musicista lucchese nel 1770 durante il suo primo soggiorno a Madrid presso la corte dell’illuminato re Carlo III, dove il principe ereditario Don Carlos, futuro Carlo IV, violinista dilettante si occupava di tutte le questioni artistiche. Dopo l’apprezzata esibizione di Francesco Ferrarini, a suo tempo componente tra l’altro anche dei noti Solisti Veneti, è stata la volta del violinista Carlo Lazzari con l’esecuzione della famosa e coinvolgente Romanza in Fa maggiore No. 2 di L. Van Beethoven (1770-1827) che ha catturato l’uditorio.
Nella produzione beethoveniana la Romanza op. 50 è una delle prime composizioni per violino: è infatti coeva alle 3 Sonate per violino e pianoforte op.12 (dedicate ad Antonio Salieri, suo maestro di composizione) composte nel 1797-98. La Romanza op. 40, anche se pubblicata in precedenza rispetto all’op. 50, è in realtà successiva e la sua composizione risale ai primi anni del XIX secolo. Si data la composizione del brano al 1798 circa, anno in cui si ebbe la sua prima esecuzione durante un’accademia a Vienna il 5 novembre. Primo esecutore fu il violinista Ignaz Schuppanzigh, amico di Beethoven.
Esaurita l’eco degli applausi all’ottimo violinista è arrivato il momento dell’ ultimo autore in programma della serata, il più recente G.T. Holst (1770-1827), compositore inglese di cui è stato presentata la St. Paul’s Suite for String Orchestra OP. 29, No. 2. Questa suite prende il nome dalla St Paul’s Girls School, un istituto londinese dove Holst fu direttore musicale per più di un ventennio fino al 1934 e, a detta degli storici musicali fu composta per orchestra d’archi per coinvolgere il maggior numero di studenti in segno di gratitudine verso la scuola che gli aveva costruito uno studio insonorizzato. È stata una bella rivelazione in quanto l’autore è meno noto rispetto agli altri autori della serata e la suite consta di quattro movimenti di cui colpisce il pizzicato degli archi nel terzo, l’Andante, e nella parte finale, l’Allegro, un trascinante motivo di ballata popolare (il “Dargason”) che s’intreccia con il suggestivo motivo tradizionale “Greenslave”.
Molto lunghi gli applausi finali all’orchestra che ha concesso un bel bis mozartiano. Il prossimo appuntamento di questa anteprima del Festival Internazionale “Fanny M.” sarà di tutt’altra natura musicale. Avverrà il prossimo Venerdì 28 Febbraio, alle ore 21 presso il Museo Piaggio, di via Rinaldo Piaggio 7, a Pontedera, ma saranno di scena sonorità d’oltre oceano con il “Bosso Concept Ensemble” italo-argentino e il tango e la milonga avranno un ruolo di rilievo.
Per tutte queste opportunità vanno ringraziati i sostenitori del Festival come il Comune di San Giuliano per questa occasione, Fondazione Pisa, Confcommercio della Provincia di Pisa e l’Unicoop Firenze. Senza dimenticare altri collaboratori come l’associazione “La voce del Serchio” e l’Adsi Associazione Dimore Storiche, nonché il Patrocinio di Terre di Pisa, Camera di Commercio di Pisa e i Comuni di Calci, Pisa, Vicopisano, Provincia di Pisa e Regione Toscana
Per informazioni e prenotazioni: tel 347 6371189-347 8509620
associazionefanny@gmail.com – www.fannymendelssohn.eu – su Fb : Associazione Fanny Mendelssohn
Foto di Alessio Alessi