In Versilia ma anche in altre zone turistiche (come ad esempio all’isola d’Elba) molte seconde case sono state riaperte per trascorrere questi giorni di tensione dovuta al coronavirus. I proprietari sono prevalentemente milanesi (o di altre zone della Lombardia) e dell’Emilia. Più affari in vista per le economie turistiche locali, che di solito si rianimano sotto Pasqua. In realtà questa volta c’è chi storce la bocca perché ha paura. Colpa della fobia per il diffondersi del virus. Alcuni sindaci dell’Elba chiedono misure di prevenzione più stringenti: “Siamo già in ritardo in realtà – dice al Corriere fiorentino Andrea Gelsi, sindaco di Capoliveri – abbiamo già sul nostro territorio molte persone che arrivano dalle regioni a rischio. Per adesso siamo un’isola senza contagi e così vogliamo restare”. Giusta preoccupazione. Ma ha senso alimentare la psicosi?
I sindaci dell’isola hanno chiesto un cordone sanitario ma la Regione ha risposto picche: non se ne parla. La contromossa dei primi cittadini elbani è questa: chiedere controlli più stringenti, istituendo dei checkpoint a Piombino, luogo di partenza per raggiungere l’isola. “Chi si imbarca deve rispondere almeno a un questionario – sottolinea Gelsi – abbiamo il diritto di sapere chi arriva sulla nostra isola e se sul porto commerciale abbiamo poco potere, qualcosa possiamo fare su quelli turistici”.
Ma spostiamoci in Versilia, a Forte dei Marmi: “Ci tengo a confermare – osserva il sindaco Bruno Murzi – che a Forte dei Marmi non ci sono segnalazioni di coronavirus e che al momento non sono pervenute comunicazioni né dalla Regione, né dalla prefettura, né dalla Asl relativamente ad un eventuale chiusura delle scuole. Posso tranquillizzare i nostri concittadini che come amministrazione stiamo seguendo l’ evolversi della situazione e saremo pronti ad intervenire valutando tutte le misure necessarie. In questo particolare e delicatissimo momento in cui si trova l’ Italia ritengo fondamentale, oltre ad adottare tutte le misure necessarie per la salute della cittadinanza, fornire una informazione corretta e ribadire che, se l’ attenzione è fondamentale, il panico è ingiustificato”. Tra i residenti, però, qualcuno è preoccupato.