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Sopravvivere ai tempi del coronavirus (senza smettere di pensare)

- Cronaca
15 Marzo 2020

Francesco Fasulo

Solita tiritera. Orlando furioso senza il Pisa. Cosa scrivi questa settimana Fasu?
Cosa vuoi che scriva, il Pisa non gioca.
Ma io ti pago lo stesso…

E allora sotto a scopiazzare i pensieri della Grazia Deledda della costa abruzzese. Il suo pseudonimo è Martina Rossi.

Facebook. La noia. Pensieri.
Rispondere alla domanda “A cosa stai pensando?”
È più facile dire cosa vorrei che pensassimo.
Vorrei che pensassimo a questo momento come ad un complesso esercizio di empatia.
Esercizio di empatia nei confronti di chi una casa non ce l’ha, nei confronti di chi è costretto a fuggire nella speranza di trovare un posto proprio, un respiro da guerre, povertà, soprusi, miseria e ora anche malattia.
Empatia nei confronti di chi quotidianamente fa fatica ad uscire perché imprigionato in un corpo che non può assecondare i voli della mente.
Empatia nei confronti di esseri umani che vivono solitudine e mancanza di calore e non ce l’hanno fatta. Empatia nei confronti di chi è prigioniero di rapporti violenti che non può e non riesce a spezzare.
Empatia nei confronti di chi vorrebbe libertà di pensiero, di espressione, libertà di vivere la propria vita, il proprio amore, autenticamente e senza giudizio altrui.
Empatia nei confronti di chi recluso dovrebbe avere modo di ottenere una seconda possibilità ma si ritrova isolato, scartato, giudicato.
Empatia nei confronti di chi è soggiogato dai giochi di una mente che vacilla.
Affinché, nel giorno in cui tutto questo sarà finito, si possa ricordare che ancora una volta siamo stati e sempre saremo dei ciccioni privilegiati.
Ancora una volta l’avremo scampata, avremo fatto parte di quella piccola percentuale di umanità a cui è stato chiesto solo il grande sacrificio di stare a casa, su un caldo e comodo divano, con più di cui necessitiamo .
Ancora una volta avremo goduto del privilegio di avere fuori qualcuno pronto a salvarci, a garantirci il diritto, acquisito per nascita, senza merito, alla salute. Ancora una volta la nostra vita sarà stata migliore di tante altre e solo e semplicemente perché casualmente siamo nati nella parte di mondo “giusta”.
Ed è in quel momento che mi auguro che il nostro esercizio di empatia possa dare i suoi frutti rendendoci capaci di procedere verso gli altri tendendo loro una mano, consapevoli dei nostri privilegi, pronti a lottare per difenderli e diffonderli.

Martina Rossi

BONA UGO. RIFLETTIAMO. HOPE!

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