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I seicento anni della Cupola del Brunelleschi

- Cultura
9 Aprile 2020

Ettore Timi

Siamo ancora in piena emergenza da coronavirus Covid-19, chiusi in casa, in attesa che condizioni migliori permettano di riprendere, lentamente e gradualmente, le nostre normali attività lavorative e sociali. Sappiamo che questa emergenza sta avendo anche un disastroso impatto sulla maggior parte delle attività economiche a livello mondiale avendo causato, cosa molto rara, una contemporanea crisi della domanda e dell’offerta di beni e servizi. Particolarmente colpito è il comparto del turismo, essendo impediti e sconsigliati gli spostamenti, e ciò riguarda molto da vicino l’Italia e la Toscana, che hanno nel turismo una grossa risorsa economica. Si spera che, con il ritorno graduale alla normalità, tale industria possa ricominciare a scaldare i motori e ripartire, magari nella seconda parte dell’anno in corso.

Quest’anno, a emergenza passata, per visitare Firenze c’è anche un motivo in più: si celebrano, infatti, i 600 anni della costruzione della Cupola del Duomo di Santa Maria del Fiore, per opera di Filippo Brunelleschi, un simbolo della città conosciuto in tutto il mondo. La posa della prima pietra risale, infatti, al 7 agosto 1420. Ci vollero quindi due anni dal 1418, quando l’Opera di Santa Maria del Fiore, tramite un concorso, selezionò il progetto di Brunelleschi. I lavori si conclusero poi nel 1434.

La Cupola rimane un’opera eccezionale di architettura e ingegneria per l’innovativa tecnica utilizzata dal Brunelleschi: quella di voltare la Cupola senza armature, grazie all’uso di una doppia volta con intercapedine, di cui l’interna (spessa oltre due metri) realizzata con conci a spina di pesce, aveva una funzione strutturale essendo autoportante e quella esterna solo di copertura. Tale tecnica di costruzione ce l’ha preservata bella e solida per tutti questi secoli.

Sulla Cupola, dopo la morte di Brunelleschi, fu realizzata la lanterna conica, nel 1446 su disegno dello stesso Brunelleschi, sulla sommità della quale vi fu poi posta la sfera di rame dorato con la croce, contenente reliquie sacre, opera d’Andrea del Verrocchio, che vi fu collocata nel 1471. Anche internamente la Cupola è un capolavoro, interamente affrescata da Giorgio Vasari e Federico Zuccari con il Giudizio Universale.

Una curiosità merita di essere ricordata: la sfera del Verrocchio attirò diversi fulmini su di sé e il 27 gennaio 1601, colpita da uno di questi fulmini, la sfera cadde in terra (fu rimessa al suo posto l’anno successivo) e sul pavimento di Piazza Duomo, lato Est, si trova, ancora oggi, una circonferenza di marmo che indica il punto esatto in cui cadde la sfera;

La Cupola, a un occhio attento, rivela essere incompleta nella parte del tamburo (la base inferiore). La decorazione del tamburo fu affidata a Baccio d’Agnolo. Si narra che, nel 1515, avendo egli completato il primo lato, chiese a  Michelangelo un giudizio sul suo lavoro. Senza troppi giri di parole Michelangelo gli disse che tale decorazione gli sembrava brutta e la definì una “gabbia per grilli”. Tanto bastò ad offendere Baccio d’Agnolo che decise di non proseguire i lavori e quindi il tamburo, ancora oggi, si presenta decorato solo in uno degli otto lati.

Per celebrare i 600 anni della Cupola, l’Opera di Santa Maria del Fiore, che da sempre ne cura la tutela e la fruizione, ha organizzato molti eventi: conferenze, concerti, visite guidate e una straordinaria proiezione artistica di immagini e luci direttamente sulla Cupola nel mese di settembre.

Al momento, come è giusto che sia, tutti gli eventi previsti fino al 30 giugno sono stati annullati con la speranza di poterli recuperare da luglio in poi. La proiezione di settembre è, al momento, confermata.

Tutte le informazioni su programmazioni (sospensioni e nuove date) si possono avere collegandosi al sito https://cupola600.operaduomo.firenze.it/

Non vediamo l’ora di poter festeggiare degnamente la splendida Cupola del Brunelleschi.

Ettore Timi

Foto: Wikipedia
– In alto di Gabriel Lufrano
– In basso di Fczarnowski

 

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