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L’Accademia della Crusca bacchetta l’Inps

- Cultura
21 Aprile 2020

Va bene tutto, persino “lockdown”… ma “data breach” è troppo. L’Accademia della Crusca, massima istituzione italiana in materia linguistica, non ha dubbi in proposito. L’uso di termini inglesi ormai è sempre più dilagante, anche quando se ne potrebbe fare facilmente a meno utilizzando l’equivalente italiano. Ma se nel caso del lockdown, la chiusura disposta dai governi per l’emergenza coronavirus, si è fatto finta di nulla, la Crusca ha ritenuto necessario mettere i puntini sulle i rispetto a un’altra espressione, “data breach“, usata dall’Inps dopo il presunto attacco da parte degli hacker, con una “violazione dei dati”. Quest’ultima sarebbe stata l’espressione da utilizzare, chiara e comprensibile a tutti, anche agli anziani che usufruiscono, proprio perché in pensione, dei servizi dell’Inps. Che senso ha, dunque, scrivere “data breach”?

Si tratta di “un anglicismo inopportuno e incomprensibile“, spiega il professor Claudio Marazzini, presidente dell’Accademia della Crusca. Come si legge sul Corriere fiorentino Marazzini spiega che c’è “una gragnuola di anglicismi che sta entrando nella nostra quotidianità in questo periodo di coronavirus, a cominciare da lockdown , che ormai usiamo tutti, e non era il caso di tirare l’attenzione in quel momento molto grave dell’emergenza”. Su lockdown la Crusca ha preferito evitare commenti proprio per la grave situazione di emergenza in corso, rispetto alla quale i cittadini non avrebbero compreso l’urgenza di una battaglia linguistica. Ma la Crusca osserva che “chi guarda i giornali stranieri non ha potuto non notare che francesi e spagnoli hanno usato un termine “europeo” come confinement e confinamiento che avrebbero una corrispondenza anche in italiano: confinamento. Mentre noi italiani abbiamo usato lockdown”. La cosa assurda (o divertente, a seconda dei punti di vista), è che il superamento della crisi per francesi e spagnoli è de-confinamiento o de- confinement, noi invece usiamo un misto tra inglese e latino, “post lockdown”.

Ma torniamo a “data breach”. Per la Crusca utilizzare “un anglicismo che non viene usato nemmeno dall’Autorità della protezione dei dati, che si occupa esattamente quel tema, ci è parso davvero troppo: sembrava davvero lo avessero fatto apposta”. Proprio per questo l’istituzione che studia e lavora per la tutela della lingua italiana, non poteva restare in silenzio.

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4 Commenti
    Carlo

    Sono contrario anche a Lockdown completamente inutile abbiamo…
    Confinamento
    Serrata
    Chiusura
    Blocco
    Ecc…
    Basta con l’ inglese inutile prendiamo esempio da francesi , spagnoli e portoghesi e catalani…i romeni si stanno purtroppo mettendo sulla nostra linea di sottomissione!

      Carlo

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      2 Ore ago che orrore è?
      your comment is awaiting moderati in?
      Dio Santo ma gli americani vi pagano per sottometterci?

    Busiride.

    La guerra è finita da 75 anni ma noi italiani abbiamo ancora la sindrome di Stoccolma nei confronti dei vincitori. I quali sono riusciti ad imporci la loro cultura, nonostante sia infinitamente meno ricca della nostra. Questo dimostra come sia importantissimo vincere le guerre, a prescindere dai regimi. Noi siamo contenti di aver perso la guerra perché essa fu voluta dal fascismo, e quindi l’antifascismo non può che esecrarla. Così si “ragiona” qui. Ben diverso il ragionamento di Putin, che pur avendo rinnegato tutto del comunismo continua a celebrare la vittoria nella II guerra mondiale, non come vittoria comunista, marxista e sovietica ma come vittoria patriottica. Identico il ragionamento della Germania, che espone le bandiere a mezz’asta il giorno dell’anniversario dell’armistizio che chiuse la prima guerra mondiale. Ma sono paesi seri, in cui la patria viene prima dell’ideologia. Da noi è il contrario.

    Giuseppe

    E’ strano che per inserire un commento a tale articolo, ci si debba servire di una sezione “write a comment” e “post comment”. O no?

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