Volete lavorare? Allora fateci lo sconto e lasciateci pagare senza fretta. E, già che ci siete, gli ultimi ordini che avevamo fatto… annullateli pure. Non si può? Allora cambieremo fornitori. L’allarme arriva da diverse ditte del tessile di Prato, come reso noto da Confindustria Toscana Nord. Non bastava la crisi per il coronavirus, che ha colpito tutti. Ora che si riparte, anche se lentamente e tra mille difficoltà e incertezze, arriva la “voce grossa” da parte di alcuni clienti importanti, noti brand della moda, che cercano di sfruttare la loro forza commerciale. Ovviamente anche le grandi aziende soffrono ed hanno sofferto la crisi, ma il rischio è di distruggere la produzione.
“Brand anche famosi – spiega al Corriere fiorentino Andrea Cavicchi, Confindustria Toscana sezione Moda – chiedono forti sconti e annullamenti degli ordini già fatti. È un problema finanziario e di rapporto di forza che mette in discussione tutto il sistema. Si rischia di incrinare la filiera”. Già perché ovviamente chi fa la voce grossa sa di poterselo permettere e i fornitori hanno poche armi al proprio arco. Come si fa a protestare col rischio di perdere clienti in un momento drammatico come questo?
La richiesta sconto oscilla tra il 20 e il 30% sul prezzo già stabilito in precedenza. Non, quindi, sulla base di una trattativa nuova. Alcuni imprenditori hanno già rifiutato le proposte, altri invece cercano di trattare per salvare il salvabile. La crisi è dura e sarà dura. Ognuno tira l’acqua dal proprio mulino e non guarda in faccia a nessuno. E se a fine anno si confermerà il calo del pil, a livello nazionale, intorno al 10-12%, questo potrebbe voler dire fino a 160mila disoccupati in più in Toscana, su 1,6 milioni di lavoratori. Un grande problema sociale oltre che economico.
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