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“Due o tre cosette sulle droghe leggere…”

- Cronaca
29 Giugno 2020

Riceviamo e pubblichiamo una riflessione sul tema della droga.

– – – – –

Scrivo dopo aver letto l’articolo “Usciamo dalla pandemia della droga” pubblicato su L’Arno.it in occasione della giornata mondiale contro l’uso di sostanze stupefacenti. Premetto che non è mio uso consumare le suddette sostanze. Ma non cambia. Voglio solo rilevare alcune imprecisioni che, a mio parere, sono contenute in quell’articolo. Affermare che la cannabis compare in ogni storia di dipendenza è come tacciare un alcolista di aver cominciato a bere la birra mangiando la pizza. Sgominare il mercato entry level della criminalità organizzata dovrebbe partire da politiche di apertura ad un commercio legale e gestito dallo Stato. Una cannabis a basso contenuto di THC è possibile. Facciamola. Sgominiamoli.

Io non voglio che il mio nipotone fumi la “merda” (schifezza) che potrebbe acquistare nei parchi della città. Voglio che compri un prodotto di qualità, analizzato, confezionato e trasportato con la dovuta cura.

La legal weed viene venduta da un paio di anni nel nostro paese e a parte il crollo delle vendite dovuto alle minacce propagandistiche di qualche politico bugiardo ed ipocrita, funziona. Informare è il compito degli adulti. Dare gli strumenti. Non proibire .

Lo sapete che la colla, la benzina e altri beni di regolare consumo possono essere usati (e in alcuni casi vengono usati) come droghe? Proibiamo anche quelle? Banalità sparse per farvi conoscere la mia opinione su un argomento scottante e che rende trito ogni discorso da una parte e dall’altra.

Franco Dell’Italo Giacomazzi

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Un fiume unisce la Toscana e rappresenta il modo di vivere forte e intraprendente del suo popolo. L'Arno.it desidera raccontarlo con le sue storie, fatiche, sofferenze, gioie e speranze. Senza dimenticare i molti toscani che vivono lontani, o all'estero, ma hanno sempre nel cuore la loro meravigliosa terra.

3 Commenti
    Armando Bettozzi

    Armando Bettozzi

    “Libbertà!…Fàteme drogà!”

    “Scusàteme si inzisto…Nun dovrei…
    Però…Ma dico, a voi che ve ne frega!…
    Me state sempre a rompe ‘i zebbedei
    co la droga … “più pèggio de na strega!”…

    Che m’avvelena…m’arincojonisce…
    me mànn’a sbatte quànno sto ar volante
    che pòsso ammazzà ggènte…Se capisce…
    Però…- sapéssivo!- quant’è ‘ngrifante!

    Ne la Costituzzione ce sta scritto
    che ognuno deve gòdese la vita
    in libbertà!…E la libbertà è n diritto!
    Si n se capisce questo – qui – è finita!

    E in fônno stàmo a chiede-ché: er minimo!
    Ce pò anche stralunàcce, n se discute…
    Pò fà anche n effettaccio, lo capìmo,
    ma – ar solito – è quistione de vedute…

    Potémo squinternàcce …èsse violenti…
    Ma noàntri che ve stàm’a ffàvve – in fônno:
    ve costàmo … vivémo d’espedienti?…
    È nostra libbertà de sta a sto mônno!

    Si nve sta bbène…stàtevene a casa…
    Nu annàtevene in giro … e nu rischiate! …
    E si ce va … l’aumenteremo a spasa
    la droga, a impasticcate e a siringate!

    La libbertà … dev’ èsse libberata.
    E – datosi che – “ droga è libbertà”
    la libbertà… – da certi reclamata –
    la deve smette a ddì: “N te pòi drogà”!…

    Ché sta vòja de libbertà che ciò,
    tu – pe légge la devi d’approvà!
    Poi – però – m’hai da disintossicà,
    sinnò – a campà – me dìchi come fò?!”

    Armando Bettozzi

    Trasposizione in lingua
    “Libertà! … Fatemi drogare!”

    Scusatemi se insisto…Non dovrei…/ Però, io dico: a voi che ve ne importa! / Mi state sempre a rimbrottare / che la droga è peggio di una strega! / Che m’avvelena, mi rintontisce…/ Mi manda a sbattere quando sto al volante, / che posso uccidere la gente…Certo, sì! …/ Però…sapeste quanto è emozionante! / Nella Costituzione è scritto / che ognuno deve godersi la vita / in libertà! …E la libertà è un diritto! / Se non si capisce questo, è la fine! / E in fondo, non chiediamo che un minimo! / Può anche farci uscir di testa, non si discute…/ Può anche un brutto effetto, lo capiamo, / ma – al solito – è questione di vedute…/ Possiamo uscir di senno…essere violenti…/ Ma in fondo che cosa vi stiamo facendo: / vi costiamo…viviamo d’espedienti? …/ Questa è la nostra libertà di stare al mondo! / Se non vi aggrada…restatevene in casa…/ Non andatevene in giro…e non rischiate! … / E se vogliamo…l’aumentiamo a spasa / la droga, impasticcandoci e siringandoci! /
    La libertà … dev’essere … liberata. / E – dato che – droga è! libertà / la libertà da erti reclamata /
    Deve smetterla di dire “Non ti puoi drogare”! / Perché questa voglia che ho di libertà, / tu – per legge! devi farla approvare! / Poi – però – mi devi di-sin-tos-si-ca-re, / altrimenti mi spieghi come faccio a campare?! ///

    Armando Bettozzi

    andrea

    Caro Armando, la poesia in romanesco (grazie per la traduzione) mette al centro un punto importante: la libertà. Mi pare che si confonda il mezzo con il fine, la libertà è un mezzo per essere veramente noi stessi. La droga, ma qualsiasi dipendenza, ci rende schiavi bisognosi, poi, di farsi disintossicà.
    Una parola di risposta, penso doverosa, a Franco. Sono le comunità di recupero, alle quali si rivolgono molti giovani, anche giovanissimi, per tornare liberi, che ci dicono che la cannabis compare sempre nelle storie di dipendenza! E a proposito della criminalità organizzata basta vedere il gioco d’azzardo. Ampiamente libero e pubblicizzato è in mano alla criminalità…. e con la droga avrà sempre a disposizione i minorenni, migliore qualità del prodotto e costi concorrenziali come ci dimostra l’esperienza degli Stati Uniti dove i cartelli della droga si spostano perchè rischiano meno e offrono prodotti tax free.
    Grazie per la discussione. Il tema è veramente importante e il mio intervento non voleva essere esaustivo, ma, anche, provocatorio.

      andrea

      andrea sta per Andrea Bartelloni, autore di “Usciamo dalla pandemia della droga”

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