È stato un bel confronto quello organizzato dal quotidiano La Nazione tra i due principali candidati alla carica di presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani e Susanna Ceccardi. Ha toccato diversi temi d’interesse per i toscani, dalla salute all’economia, dalle infrastrutture ai giovani, senza dimenticare, come nelle migliori tradizioni, qualche polemica per mettere un po’ di pepe. Polemiche che, a dire il vero, sono già state numerose sino ad ora, quindi se i candidati iniziano a parlare di cose concrete è un bene per tutti i cittadini.
Il dibattito, ben condotto dalla direttrice Agnese Pini, è iniziato con una stretta di mano (in barba al Covid) per porre fine alla diatriba per la battuta sulla “candidata al guinzaglio di Salvini”. “L’ho già perdonato”, precisa la Ceccardi. Ma Giani tiene a precisare: “Era una metafora politica, ma se deve urtare la sensibilità, non la userò più”. Giani approfitta dell’occasione per regalare all’avversaria un libro che si intitola “Bella Ciao”.
Il candidato del centrosinistra inizia elogiando il presidente della Regione, Enrico Rossi: “La cosa che Rossi ha messo in evidenza in maniera migliore è il suo ruolo di capo della Protezione civile. Lo si è visto durante l’emergenza del Coronavirus che abbiamo affrontato negli scorsi mesi. Già si era visto questo ruolo del governatore Rossi dopo il terremoto del Mugello, ma anche nello scongiurare un’alluvione poco prima nel Pisano. La cosa che forse ho gradito di meno è l’impegnarsi in politica del presidente Rossi, anche se fa parte dei suoi ideali, dandosi un respiro nazionale. Io mi concentrerò sempre sulla Toscana. Durante l’emergenza Coronavirus “la Toscana si è fatta trovare pronta a livello di ospedali, in particolare nei nuovi ospedali, sia nel curare i casi Covid che negli altri casi. Continueremo a livello ospedaliero nella ristrutturazione dell’ospedale Le Scotte (di Siena, ndr) o nella costruzione dell’ospedale di Livorno. Se la Toscana è stata la regione migliore fra quelle del centronord nella gestione dell’emergenza Coronavirus è stato per la propria organizzazione ospedaliera. Nessun paziente ha dovuto rinunciare ad un ventilatore o ad un letto a pressione negativa. Tutto è anche dovuto alla riforma sanitaria ospedaliera approvata nel 2015 in Consiglio regionale”.
Ceccardi ha ribattuto ricordando che durante le sue visite “agli amministratori locali ed i territori ho parlato con i sindaci della Lunigiana ed uno di loro mi ha detto che ha perso la madre” durante l’emergenza Coronavirus “perché non ha trovato strutture adeguate alla sua cura (aveva avuto un infarto, ndr). Non si possono avere cittadini di serie A e di serie B. Il Pd ha accentrato tutto a livello territoriale sanitario”. Poi ha ricordato che in Toscana “abbiamo avuto un decimo dei casi di coronavirus rispetto alla Lombardia. Fortunatamente non abbiamo avuto bisogno di 200 ventilatori polmonari ordinati dalla Regione Toscana e che non sono mai arrivati: 7 milioni pagati in anticipo che sono stati buttati. Così come i milioni spesi per le mascherine, 25 milioni al mese, prodotte in laboratori abusivi di cinesi a Prato, senza rispettare le prescrizioni igienico sanitarie”.
Alla domanda se i due candidati siano a favore o no del Mes, Ceccardi ha risposto così: “La maggioranza è divisa. Nel trattato la parola condizioni è riportata 40 volte. Non ci sottoporremo a condizioni capestro. Alla sanità toscana, più dei soldi del Mes, servirebbero i 400 milioni di euro del buco dell’Asl di Massa”. Giani invece si è detto a favore: “Il Mes prevede poco più di un miliardo per la Toscana. Sono le risorse che servono per realizzare il nuovo ospedale di Livorno, le ristrutturazioni degli ospedali di Cisanello a Pisa, delle Scotte a Siena e San Donato ad Arezzo. Noi vogliamo il Mes, c’è chi ha votato contro, cittadini decidano”.
Un altro affondo della candidata del centrodestra è stato sulle infrastrutture: “Negli ultimi dieci anni non si conta una sola grande opera realizzata dalla regione Toscana. Il ministro De Micheli non si sa se ha ancora nominato il commissario per il Ponte sul Magra, né si sa se ha poteri straordinari. E adesso si va verso i mesi più freddi senza aver ancora iniziato la sua ricostruzione. La Toscana ha bisogno di tante infrastrutture che non sono state molte di esse nominate dal decreto semplificazione perché non si sono messi d’accordo”.
Altro tema molto sentito, l’aeroporto (o meglio, gli aeroporti). “Sono cinquant’anni che il centrosinistra governa e che si parla del progetto di ampliamento dell’aeroporto di Firenze – attacca Ceccardi -. Faccio una valutazione da candidata della Toscana ed io investirei su una linea veloce fra Firenze e Pisa. L’importante è che le persone arrivino a Firenze nella maniera più veloce possibile con un sistema integrato fra Pisa e Firenze. Per colpa delle scelte del Partito democratico sull’aeroporto di Firenze si fa come nel Gioco dell’oca e si ricomincia sempre da capo”. Da parte sua Giani ha replicato ricordando ai fiorentini che se vogliono l’aeroporto sanno chi sostenere: I fiorentini guardino, noi ci siamo sul progetto (allargamento Peretola, ndr), altri no”.
“Avremo probabilmente sei liste a supporto della mia candidatura”, ha ricordato Giani, e “il sistema elettorale consente anche il voto al semplice candidato presidente, quindi penso che posso ottenere un grande risultato personale. Il mio percorso di vita è sempre stato incentrato sulla politica del fare e sul realizzare obiettivi – ha aggiunto il candidato dem – Sono convinto che il profilo deve essere quello di una Toscana che decide e che è unita. Per me sarà molto importante il rapporto con i sindaci, mi sento sindaco fra i sindaci, una persona che punti a decidere”.
“Io punto a vincere – ha chiarito Susanna Ceccardi -. Avrei potuto fare come la collega europarlamentare del Pd Simona Bonafé che non si è voluta candidare. Giani non ha modo di scegliere e io sì, ma anche la legge elettorale indica che si vota per consigliere regionale e presidente regionale. Io mi candido per cambiarla, altrimenti difenderò gli interessi degli italiani a Bruxelles. Ricordo che sono stata eletta come unica rappresentante toscana del centrodestra in Europa”.
“Io sono antifascista – ha assicurato la Ceccardi dopo la domanda diretta della direttrice de La Nazione sulla polemica del giorno – ma oggi è troppo facile dirlo. E le bandiere della sinistra che sventolano per l’antifascismo sono facili da sbandierare, ma il Pd ha abbandonato i deboli, il loro elettorato sui temi sociali. Essere antifascisti non è solo andare a Sant’Anna di Stazzema una volta l’anno”.
Nel descrivere la Toscana che vede tra cinque anni Giani ha usato la metafora dei colori. “Spero in una Toscana più verde, più attenta alla natura. Voglio anche una Toscana che parli con il rosa della parità di genere e della valorizzazione delle energie che tante donne sanno offrire. Ma voglio anche il blu del mare, quello che ci apre all’Europa. E poi i due colori della Toscana, una Toscana rossa della sua voglia di fare ma anche bianca, quel bianco che significa semplicità e dunque semplificazione amministrative. Quello che non voglio è una Toscana nera, nera delle paure”.