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Erosione costiera pisana. Ecco come si può contrastare in modo davvero efficace

- Cultura
24 Luglio 2020

Giorgio Gentilini

L’erosione costiera pisana è stata originata dalle bonifiche sul territorio di pertinenza fluviale ed al sovralzo e rinforzo degli argini del fiume Arno e dei suoi affluenti. Una modifica sostanziale del territorio naturale di pertinenza fluviale, operata dalla politica nel corso degli ultimi secoli, che ha incrementato, costantemente nel tempo, la corrente fluviale nelle piene ricorrenti dell’Arno. La corrente fluviale sempre più intensa nelle piene del fiume, ha corroso progressivamente i fondali litoranei allo sbocco in mare, creando le premesse allo sviluppo dell’erosione costiera a Marina di Pisa e sul litorale di San Rossore.

La presenza dell’insabbiamento a Boccadarno (una enorme barra di foce), negli anni Venti del secolo scorso rivela l’esistenza di una grande quantità di sedimenti fluviali alla foce del fiume Arno. Nonostante il notevole accumulo di sedimenti fluviali presente in quegli anni, è presente pure l’erosione della spiaggia di Marina di Pisa, come testimoniano le varie pubblicazioni scientifiche di quel periodo. Erosione litoranea, prodotta dall’eccessiva corrente fluviale nelle piene dell’Arno. Causa che determinava la corrosione dei fondali litoranei, antistanti la cittadina balneare pisana e la conseguente erosione costiera, che si manifestava evidente e progressiva con le mareggiate.

Per tentare di eliminare l’erosione della spiaggia di Marina di Pisa, fu sbancata l’enorme barra di foce, indirizzando in mare aperto le torbide dell’Arno, realizzando due pennelli di massi, posti perpendicolari alla stessa foce. Operando in questo modo fu commesso un grande errore, poiché la modifica della foce ha fatto disperdere nei fondali marini milioni di tonnellate di sabbie, aggravando notevolmente il fenomeno erosivo.

Questa presentazione individua le vere cause dell’erosione costiera pisana ed il rimedio necessario a sconfiggerla, frazionando la portata idraulica del fiume, diminuendo in questo modo la corrente fluviale alla foce. Il fenomeno erosivo è inquadrato in modo differente, ovvero, partendo dall’analisi della formazione della pianura alluvionale. È sostanzialmente, un approccio rivoluzionario.

Vari studiosi che si occupano di queste tematiche individuano nella diminuzione dei sedimenti fluviali la causa che produce il mancato apporto di sabbie sulla spiaggia erosa. Quindi, si determina un bilancio sedimentario negativo tra le sabbie che trasporta in mare il fiume e quelle trascinate via dalle correnti litoranee marine. In realtà se si guarda al passato, i sedimenti fluviali che giungevano in mare erano minori di quelli presenti ai nostri tempi. Le esondazioni del fiume sul territorio di pertinenza fluviale, ampiamente naturale e scarsamente abitato e soprattutto nelle paludi litoranee, presenti diffusamente alle loro foci, diminuivano drasticamente i sedimenti fluviali, fanghi e sabbie, che giungevano in mare.

In quel periodo la corrente fluviale nelle piene dei fiumi e dei torrenti che confluivano in mare era moderata, permettendo in questo modo la sedimentazione dei fondali litoranei e la conseguente espansione della costa. L’erosione costiera è stato il primo campanello di allarme che la Natura ha mostrato per l’insostenibilità dello sviluppo del territorio operato da parte dell’uomo. Sulla costa pisana questo campanello d’allarme suona incessante da oltre un secolo. Solo comprendendo appieno le cause del fenomeno erosivo si possono mettere in atto le difese opportune a contrastarlo efficacemente. Altrimenti, si opera con rimedi che sono solo temporanei e soprattutto costosi: sia nella loro realizzazione, sia nella loro manutenzione.

Nel frattempo, i fondali litoranei si corrodono, aumentando la loro profondità, peggiorando la situazione negli anni, fino a rendere impossibile difendere il litorale, col conseguente abbandono della costa erosa, demolita dalle mareggiate. L’erosione costiera pisana, si è presentata improvvisa nel 1878 (dai rilevi del Regio I.G.M. di Firenze), in seguito al rinforzo dell’arginatura del Fiume Arno, realizzata in quei tempi. In particolare, con la costruzione della strada-argine del Viale D’Annunzio, completata in quegli anni, per dare sviluppo alla nascita del “Paese di Boccadarno”, l’attuale Marina di Pisa.

Questa strada-argine interruppe la secolare colmata d’Arnino, effettuata con le cateratte presenti nella località Bufalotti. Rinforzo e sovralzo delle arginature del fiume e dei suoi affluenti che si è protratto negli anni a seguire. L’Arno è un fiume a carattere torrentizio, questo significa che la variazione di portata idraulica è notevole. L’erosione costiera presente a Boccadarno, è iniziata simmetrica rispetto alla foce, come mostrano le planimetrie dello studio di Antonio Toniolo, e questo è un segno inequivocabile che è stata generata dalla corrente intensa nelle piene fluviali. Infatti, lo studio della Commissione presieduta dal prof. ing. Corrado Ruggiero, mette in evidenza le corrosioni notevoli (dai 4 ai 6 metri di profondità) dell’alveo del Fiume Arno alla sua foce, in occasione delle piene fluviali.

L’erosione costiera si sviluppa per l’incremento della corrente fluviale allo sbocco in mare, allontanando lontano dalla costa prossima alla foce, i sedimenti fluviali trascinati: fanghi e soprattutto, le sabbie. L’erosione costiera la troviamo soprattutto alle foci dei fiumi e dei torrenti che sboccano in mare. L’espansione del litorale avviene solo lontano dalle foci di questi corsi d’acqua. Segno evidente, che i sedimenti fluviali vengono spinti dalla corrente intensa delle piene, lontano dalle loro foci.

Nelle piene fluviali, questa corrente intensa alla foce, scava i fondali litoranei ed in conseguenza, l’erosione costiera si presenta sulla costa con le mareggiate, aggravandosi negli anni. Le opere di difesa della costa fin qui messe in atto hanno dimostrato risultati scadenti: non fermano la corrosione dei fondali litoranei. In Italia, solo nell’ultimo mezzo secolo, per la difesa costiera, sono stati spesi 4,5 miliardi di Euro dei contribuenti italiani. Lavori effettuati con costi esorbitanti e che hanno addirittura peggiorato la situazione erosiva, invece di migliorarla.

Secondo gli studi che porto avanti da anni, l’erosione costiera pisana è iniziata per l’incremento della corrente fluviale dell’Arno nelle piene ricorrenti, dovuto alle bonifiche sempre più incisive, sul territorio di pertinenza fluviale. L’espansione del litorale avviene solo lontano dalle foci di questi corsi d’acqua. Per l’eccessiva intensità delle correnti fluviali nelle piene sono indirizzati lontano dalle loro foci i sedimenti trasportati, mentre in prossimità dello sbocco in mare, le acque torbide in piena corrodono i fondali litoranei, approfondendoli e creando le basi all’erosione costiera, che si sviluppa in gran parte con le mareggiate.

Gli studiosi ed i ricercatori, individuano le cause dell’erosione costiera, nel carente apporto sedimentario dei fiumi e torrenti che sfociano in mare. Queste cause vengono messe in discussione nelle mie ricerche e pubblicazioni. L’erosione costiera presente in Italia (e non solo), è generata dall’insostenibilità dello sviluppo da parte dell’uomo, del territorio di pertinenza fluviale, in particolare nelle pianure alluvionali. L’erosione costiera viene sconfitta seguendo le leggi dell’idraulica fluviale. Un processo che segue le leggi della Fisica, presenti nell’idraulica fluviale.

Questo intervento che propongo tiene conto del problema delle esondazioni sul territorio limitrofo al tronco terminale dell’Arno, senza aggravarne il rischio idraulico, poiché la portata idraulica del fiume in piena, viene regolata dalle cateratte da realizzare all’inizio del nuovo canale da costruire. La soluzione che individuo nei miei studi è differente e senza dubbio risolve il grave problema erosivo, oramai ultra secolare, sulla costa pisana.

Prof. Ing. Giorgio Gentilini

Leggi lo studio completo:

– Erosione costiera pisana: cause e rimedi

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