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Vetrina sfondata due volte in dieci giorni

- Cronaca
2 Agosto 2020

La colpa ovviamente non è di chi amministra la città. Però quello che sta succedendo a Pisa è preoccupante. I negozi continuano a essere presi di mira come e più di prima, e qualcuno la butta sul ridere per non piangere. Pensate a cosa è accaduto alla famosa gelateria de’ Coltelli, su lungarno Pacinotti. Alcuni giorni fa alcuni ladri hanno sfondato la vetrina per introdursi nel locale e rubare. La notte tra sabato 1 e domenica 2 agosto si è ripetuto lo stesso copione: di nuovo la vetrina sfondata. Il titolare l’ha presa con ironia e, su Facebook, ha scritto questa cosa: “Il nostro gelato è talmente buono che hanno deciso di fare il bis! Avranno saputo che il nostro sorbetto al ribes stava per finire… Ragazzi, però la prossima volta fateci uno squillo e vi lasciamo una vaschetta davanti alla gelateria: almeno evitate di tagliarvi!”. Davvero encomiabile questo humor inglese. Però questi assalti continui (due in dieci giorni) a colpi di tombini devono far riflettere.

“È successo alle 5.40, più o meno alla stessa ora dell’altra volta”, dice Gianfrancesco Cutelli, titolare della gelateria. “Nel video delle telecamere si vede una persona con una maglietta sul volto entrare dopo aver sfondato la vetrata con un tombino. Fortunatamente dopo aver visto che nella cassa non c’erano soldi, non si è arrabbiata, si è guardata intorno per capire se ci fosse qualcosa di interessante da portar via e se n’è andata senza fare ulteriori danni”. 

La stessa cosa è accaduta al vicino Caffè dell’Ussero: vetrina sfondata (forse sempre con un tombino) e fondo cassa rubato. A tutto ciò si aggiunge che il lavoro è poco, mancano i turisti, i pisani sono in vacanza (almeno quelli che se lo possono permettere) e non c’è mai da stare tranquilli.

Che fare? Impensabile pattugliare le strade della città con le forze dell’ordine. Non basterebbe un esercito. Le telecamere qualcosa fanno, ma se un delinquente prima di entrare in azione si mette un cappellino o si nasconde bene, lasciano il tempo che trovano. L’unica cosa è non lasciare incustodita la città. Quindi, paradossalmente, più la città vive (anche coi negozi e le persone in giro) più è sicura. Certo, c’è anche l’altra esigenza da tutelare, quella del riposo dei residenti, che giustamente protestano per il troppo rumore e la cosiddetta “malamovida”. Diciamo che gli interessi da tutelare sono molteplici e che, quando si governa o amministra un territorio, non esiste mai la perfezione: qualcuno scontento ci sarà sempre.

Un altro passo da fare potrebbe essere quello di rafforzare la vigilanza privata, visto che le forze dell’ordine non sono sufficienti. Magari suddividendo le spese tra i commercianti o facendo contribuire anche gli enti pubblici. C’è poi il famoso “controllo di vicinato“, ossia i cittadini che si mettono d’accordo e agiscono attivamente, con segnalazioni, per prevenire il crimine o gli atti vandalici in una via o un quartiere.

Intendiamoci, non esiste la bacchetta magica e un certo tasso di delinquenza esisterà sempre. L’unica cosa che non si può accettare è piegare la testa e accettare supinamente di essere in balia dei malviventi. Bisogna battersi e lottare, giorno per giorno, per cercare di prevenirla e, laddove possibile, sconfiggerla. Servono più forze di polizia e più controlli, ma serve anche lo sguardo attento dei cittadini, che devono riprendersi in mano la loro città.

Un’altra cosa importante: evitare la demagogia. Prendersela in modo ossessivo con chi governa il Paese o amministra una città è sbagliato. Oggi come ieri. Urlare “al lupo al lupo” può servire a prendere voti. Poi però, quando il lupo continua ad arrivare, è normale che qualcuno ti chieda conto di ciò che hai fatto.

 

Foto: Gelateria De’ Coltelli (Facebook)

 
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Giornalista.

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