Nata a Pisa 59 anni fa, Paola Viegi abita a Cascina dal 2008, a San Casciano per l’esattezza (“una più belle località della nostra piana”). Sposata con Maurizio, ha un figlio di 30 anni e una dolcissima boxerina, Shira. Lavora come impiegata presso la Provincia di Pisa ed è impegnata da moltissimi anni nel volontariato in ambito parrocchiale. Dopo due mandati in consiglio, per il centrosinistra, si presenta alle elezioni comunali di Cascina come indipendente nella lista di Forza Italia.
Come spiega questa scelta?
Ho avuto una storia politica tormentata perché il mio carattere è fondamentalmente ribelle. Sono approdata alla politica proprio grazie o per colpa… chissà… del mio trasferimento a Cascina, molto casualmente, accogliendo l’invito di un amico che avevo conosciuto nella mia nuova parrocchia. Mi sono vista traghettata da una lista civica, quella alla quale avevo inizialmente aderito (Cantiere Cascina di Cipolli), al Pd che nel 2011 vinse le amministrative. Ho fatto 5 anni di mandato come Presidente del Consiglio, non sono stata scelta per bravura o competenza, semplicemente per accordi interni al partito, tant’è che fui votata a maggioranza a dimostrazione dei mal di pancia che già emergevano… Come esordio c’è da piangere, ero frastornata, tuttavia mi son rimboccata le maniche e ho svolto il mio compito con attenzione ed impegno cercando di essere sempre me stessa e di usare il mio ruolo per battaglie civiche e sociali. Ho trovato coerente ricandidarmi e anche stavolta il caso ha voluto che fossi ripescata; tuttavia le divergenze sommate alle pressioni stavano aumentando sempre di più, o mi dimettevo o cambiavo le cose. Ho chiesto aiuto ai Socialisti (il partito di mia madre e di mio nonno) sperando di trovare una casa dove si parlasse la stessa lingua, non è stato così, mi son detta ok porto in fondo il mandato e poi smetto. In realtà son stata cercata da sinistra a destra, ed anche da Forza Italia.
Perché ha scelto di candidarmi in lista con Forza Italia?
È la parte moderata e cattolica del centrodestra, porta avanti da anni la battaglia per una giustizia giusta, e per il riconoscimento del merito e dei talenti, è sempre stata contraria all’abolizione delle Province, una delle riforme più assurde ed antidemocratiche che il centro sinistra abbia mai disegnato. E poi accoglie in sé tanti Socialisti che come me sono molto critici rispetto alle alleanze che gli “altri” socialisti stanno realizzando soprattutto in questa tornata elettorale. Ho recentemente aderito al Nuovo PSI che è funzionale a Forza Italia e per questo ho ritenuto di presentarmi come Indipendente. Forza Italia mi ha accolta così, rispettando il mio bagaglio, ed io li ringrazio.
Ci può dire per cosa vorrebbe battersi se fosse rieletta in Consiglio?
Continuerò a combattere per la giustizia sociale, come ho sempre fatto, e per le persone più fragili delle nostre comunità: gli anziani, i bambini, le donne, i nuclei familiari messi a terra da politiche di sostegno insufficiente. Mi piacerebbe creare a Cascina il Sistema virtuoso dei Distretti Famiglia funzionanti da decenni nelle Valli del Trentino Alto Adige. Si tratta di Centri coordinati dalla Provincia di Trento, che supportano le famiglie nella quotidianità offrendo ascolto e servizi: dal semplice babysitteraggio, agli aiuti agli anziani, dalle offerte culturali e turistiche, a quelle di servizi educativi e lavorativi. Insomma una rete solidale che favorisce in primis il benessere della famiglia. Perché se sta bene la famiglia sta bene la società. Vorrei poi proseguire con la promozione e la sensibilizzazione di politiche contro la violenza sulle donne e quella intrafamiliare, ma anche di quella che avviene nelle scuole e nei luoghi di lavoro, e perché no anche in politica, dove il più debole viene spesso deriso e mobbizzato a causa di una scarsa formazione alle giuste relazioni ed al rispetto dell’altro, tutti temi che mi stanno molto a cuore sui quali ho anche elaborato negli anni ordini del giorno e mozioni sempre votate all’unanimità; ed ancora lottare perché i nostri giovani possano vedere premiate le loro attitudini e le loro capacità e possano realizzare i loro sogni senza essere “figli di”. Offrire loro lavoro innanzitutto, ed implementare l’offerta territoriale della ricerca attraverso un ampliamento degli accordi con l’Università di Pisa e le Scuole Superiori Sant’Anna e Scuola Normale Superiore, penso per questo alle realtà di Virgo e del Polo Tecnologico di Navacchio, due eccellenze che meritano attenzione e cura ed uno sviluppo in tal senso.
Quando ha iniziato a “fare politica”?
Se per “fare politica” si intende occuparsi degli altri, allora ho iniziato molto presto. Già a 16 anni in parrocchia organizzavamo visite ed incontri nelle Residenze per anziani ed al Cottolengo dai ragazzi disabili. Facevamo le raccolte per i più poveri e bisognosi, ci si preoccupava dell’altro. Ho frequentato il Movimento Studenti Cattolici in Piazza Caterina a Pisa, e per un breve periodo i Giovani Socialisti dell’allora PSI in Via S. Cecilia. In entrambi i casi un po’ di politica l’ho masticata. E crescendo e maturando, lanciandomi in imprese quasi impossibili, sempre protesa verso i più deboli, fino ad arrivare a costituire insieme ad altri, il Centro San Marco alle Cappelle un’associazione afferente alla omonima parrocchia pisana, che si occupa di aiutare le famiglie di oggi, quelle che vivono le criticità moderne della mancanza di lavoro, dell’avere in casa un tossicodipendente, quelle famiglie che non ce l’anno fatta e si sono spaccate e dove i figli sono l’anello più debole, ed infine le famiglie straniere, spesso additate come “il nemico” in realtà ancora più fragili perché incapaci ma anche impossibilitate a realizzare una vera integrazione, penso alle donne ed ai bambini, in quanto ancora troppo vincolate alle proprie tradizioni ed alla propria cultura.
Che bilancio può fare della sua esperienza?
Esperienza stancante ma positiva. Quasi 10 anni di consiliatura mi hanno fortificata, ho imparato molto sia di come si muove la macchina amministrativa che quella politica. Elementi indispensabili per raggiungere i propri obiettivi. Ho conosciuto tante persone ed instaurato rapporti con tutte le Istituzioni, sviluppando relazioni utilissime per aiutare gli altri. Ho imparato a riconoscere chi è in sintonia con me (tanti) ed invece chi non lo è ma finge per opportunismo o per controllarmi; con tutti ho tentato sempre di sintonizzarmi, perché l’obiettivo se è alto richiede mediazione, attenzione e rispetto. In tutti i casi non ho mai rinunciato ad essere me stessa, con i miei sbagli e le mie cose fatte bene.
Lei è molto impegnata nel volontariato. Cosa si può, a Cascina, per aiutare questo mondo?
Fare rete. Il Comune di Cascina che è stato insignito anche del titolo di “Città amica dei bambini” per le politiche virtuose verso le giovani famiglie che vi abitano (molte provenienti da Pisa) ha da sempre questa vocazione all’aiuto e le famiglie lo hanno scelto per questo motivo. Molto si deve all’operato delle tante Associazioni presenti sul territorio, penso alle Misericordie, alla Pubblica Assistenza, ma anche a piccole associazioni che dimostrano la vocazione all’altruismo di questa grande comunità. Ci sono poi le Parrocchie con le Caritas e le San Vincenzo Dè Paoli, i Circoli Acli ed Arci. Ognuno può fare la sua parte. Ma occorre un buon coordinamento. Il Comune inteso come l’Amministrazione Comunale, potrebbe favorire un’armonizzazione. Chissà…
Spesso i giovani sentono lontane le istituzioni e non capiscono la politica. Lei cosa direbbe loro per spiegare il suo impegno?
Scusateci, la colpa è di noi grandi che non vi abbiamo insegnato ad amare la politica. La politica è passione, e questo l’ho capito forse un po’ tardi, a 49 anni, è quella cosa che ti fa vibrare il cuore quando una mozione per un’azione in cui credi, viene votata all’unanimità, è quella cosa che ti mette in mano le vite degli altri, e tu puoi farne ciò che vuoi. La politica è quella cosa che ti costringe a guardarti dentro e poi allo specchio, che scava la tua coscienza e che alla fine deve farti dire: io mi sento a posto. È un’esperienza che però va iniziata da giovani, quando ogni energia è all’ennesima potenza e si può dare il meglio di noi stessi. Per questo lancio un appello ai nostri giovani, entrate nelle istituzioni, negli uffici pubblici, che sono le articolazioni dello Stato, partite dal basso per capire come funzionano, vedrete che ogni cosa compreso un Bilancio, è politica e voi avrete dato il vostro contributo anche così. Poi da cosa nasce cosa. Ormai le scuole di partito non servono più, la miglior scuola è l’esperienza e la gavetta. Buttatevi!
Come si vive a Cascina e come si potrebbe vivere?
Vivo a Cascina o meglio a San Casciano dal 2008. Oggi non tornerei a Pisa la mia città natia anzi, quando ci vado mi stordisce anche se le sono molto affezionata. Il luogo in cui vivo è speciale e tranquillo, io lo definisco un posto magico, ho ritrovato una dimensione antica che avevo dimenticato: il rapporto con il vicino di casa, le passeggiate in bicicletta e con il cane, l’aria pulita, la sicurezza. Nella mia zona abitano tante famiglie giovani, ma un po’ in tutto il comune. Durante il periodo di lockdown siamo stati dei privilegiati. Non eravamo costretti tra quattro mura, perché in ogni casa c’è un giardino, una terrazza, e gli spazi pubblici all’aperto sono tanti. I nostri bambini hanno vissuto meglio questa brutta esperienza, le scuole (sia pubbliche che private) sono molto curate e viene data molta attenzione ai bisogni dei piccoli utenti ed a quelli dei genitori. Ciò che manca è la capacità di sentirsi comunità, perché molti sono pendolari e le frazioni sono dei veri e propri dormitori. Quando si arriva a casa la sera si è stanchi e non si ha molta voglia di relazionarci. Una soluzione potrebbe essere quella che ho menzionato poc’anzi: costruire reti, creare distretti famiglia in ciascuna frazione. Coinvolgere il più possibile, perché una comunità è quando c’è partecipazione. Ci vorrei proprio provare…..
Se vuol fare un appello agli elettori. Dica pure…
Se dopo la mia descrizione vi sono piaciuta, Votatemi, ma sappiate che andrò avanti lo stesso e comunque, con il mio impegno per le cose in cui in credo.