Ogni iniziativa volta ad aumentare e velocizzare i controlli anti Covid merita un plauso. Come ad esempio “Uffa!”, il kit autotampone nasale dell’ospedale per bambini Meyer di Firenze. Di cosa si tratta? In pratica ci si può fare il tampone da soli, senza personale sanitario, ovviamente seguendo tutte le indicazioni del caso. Si è conclusa la sperimentazione e da lunedì 16 novembre Uffa! sarà utilizzato nell’ospedale per gli esami periodici su tutto il personale, circa 1500 operatori.
Questo sistema limita il tampone al naso, con minore fastidio per i pazienti e, soprattutto, può essere autosomministrato, senza bisogno, dunque, di infermieri. Si capisce subito che questa novità permetterà di snellire enormemente l’esecuzione del tampone, ferma restando l’efficacia dei risultati. Lo studio su Uffa! è partito il 6 ottobre 2020 e da poco si è conclusa la prima fase.
Cerchiamo ora di capire come funziona: bisogna inserire il bastoncino con la punta di cotone prima in una narice e poi nell’altra, poi lo si chiude in una provetta che verrà successivamente analizzata. Il tampone va inserito solo nella narice senza andare in profondità. Se una persona è positiva al Covid-19, infatti, il virus è presente nel suo naso. Ma come si fa ad essere certi che il tampone sia stato fatto nel modo corretto? Il macchinario che analizza i tamponi ha un sistema di controllo interno che stabilisce se il tampone è stato fatto in modo adeguato o meno.
Per la sperimentazione l’auto-tampone è stato fatto fare agli operatori (sanitari e non), che in questi mesi al Meyer, come nelle altre strutture ospedaliere, periodicamente si sono sottoposti al prelievo di sangue per verificare la presenza di anticorpi Sars-Cov-2 (il cosiddetto test sierologico). Per evitare errori il Meyer ha diffuso tutorial e istruzioni scritte. Dal 6 ottobre al 9 novembre sono stati effettuati 803 tamponi autosomministrati da operatori Meyer. Nello stesso periodo, sia su operatori che su pazienti, sono stati fatti 1016 tamponi rino-faringei “classici” ad opera di operatori sanitari. Nessun tampone è risultato non valido, né nel gruppo autosomministrato, né nel gruppo eseguito dagli operatori. I valori del controllo interno (CT) dei campioni analizzati, sia autosomministrati che somministrati da operatori sono compresi tra 16 e 38 (entrambi i gruppi hanno una media di 23). Questo ha dimostrato che i tamponi autosomministrati sono adeguati quanto quelli effettuati dagli operatori. Dal punto di vista diagnostico, dunque, c’è una sostanziale equivalenza.
Alberto Zanobini, direttore generale del Meyer, spiega che “da lunedì prossimo Uffa! diventerà pratica corrente e strutturata dell’ospedale Meyer e verrà utilizzato come test di screening periodico su tutti gli operatori. Proteggere gli operatori per noi significa proteggere i bambini. Ma gli scenari che l’autosomministrazione del tampone può aprire dal punto di vista dell’impatto sull’organizzazione sanitaria sono imprevedibili. Potrebbe essere una fondamentale soluzione al problema del sovraffollamento dei centri tamponi, siano essi nelle strutture sanitarie o nei drive-through. Siamo contenti di aver dato, come Meyer, un input alla ricerca in questa direzione”.
La professoressa Chiara Azzari, responsabile del Laboratorio di Immunologia, afferma che è “opportuno continuare lo studio includendo anche i bambini positivi ricoverati nel reparto Covid del Meyer. Saranno anche i genitori a fare loro il tampone per i controlli periodici durante il loro ricovero. I dati preliminari sono molto buoni e possiamo ragionevolmente aspettarci che non ci sarà nessuna differenza tra l’adeguatezza dei tamponi eseguiti dai genitori e quelli effettuati dagli operatori. Avere un tampone solo nasale e somministrato da babbo o mamma anziché da un operatore sarà altrettanto valido ma sicuramente molto meno invasivo per i bambini. La ricerca andrà avanti: “Se le analisi finali confermeranno questi primi risultati – prosegue Azzari – considereremo raggiunti i nostri obiettivi: il tampone nasale autosomministrato potrà essere considerato una valida alternativa al tampone rinofaringeo somministrato dall’operatore, sia negli operatori sia nei bambini”.
Il Meyer rende noti alcuni studi sui tamponi nasali autosomministrati. Qui di seguito i link:
Foto: Ospedale Meyer
“Se le analisi finali confermeranno questi primi risultati”: ma non era pronto?
Analisi e riscontri evidentemente vanno avanti. Intanto da lunedì il tampone verrà usato da tutto il personale (1500 persone) del Meyer. Probabilmente continueranno a verificare la “qualità” dei dati, che non vi siano discrepanze ed errori. “Autotampone pronto”, come scritto nell’articolo, vuol dire che la prima sperimentazione si è conclusa ed ora si va avanti estendendone l’utilizzo.
Ma il nome a questo test chi lo ha affibbiato?Il mago Zurli’?Pensate se la sua nascita era in quel della Sicilia,il suo nome poteva essere Minkia!