La polizia municipale di Poggibonsi (Siena) dopo oltre un anno di indagini, condotte con la polizia di Stato, ha smantellato un grosso giro di prostituzione che operava in Toscana e gestiva ben sette case di appuntamenti. In manette un uomo e una donna, entrambi cinesi, di 37 e 45 anni. Sono accusati di favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione, favoreggiamento della permanenza in clandestinità, falso materiale e sostituzione di persona.
Alcune ragazze che si prostituivano sono state trovate senza permesso di soggiorno. Nei loro confronti sono stati avviati i procedimenti per le espulsioni. A far scattare le indagini sono stati alcuni cittadini che abitano a Poggibonsi nella zona degli impianti sportivi, in località Bernino: ai vigili urbani hanno lamentato un continuo andirivieni di uomini, di giorno e di notte, alla ricerca delle “signorine”. Spesso i clienti finivano per suonare i campanelli sbagliati arrecando grande disturbo e imbarazzo ai vicini.
Per accertare che nell’appartamento segnalato si svolgeva effettivamente attività di prostituzione è stato abbastanza semplice per le forze dell’ordine. Più complicato è stato attribuire a persone in carne ed ossa la responsabilità di quanto stava accadendo. A tal fine è stata condotta un’indagine volta a setacciare i contratti di affitto, verificare gli intestatari di conti correnti e tutto ciò che, in teoria, poteva condurre a qualcuno contro il quale poter procedere, visto che quasi sempre emergevano nomi falsi o prestanome. L’indagine piano piano è riuscita a individuare con esattezza chi curava gli affari e aveva organizzato l’attività.
Si è appurato, così, che le stesse persone gestivano anche una seconda casa nella zona di San Prospero a Siena. Non solo. La donna, risultata il capo indiscusso del giro di prostituzione, aveva preso in quell’appartamento la residenza sotto falso nome, senza che vi avesse mai abitato. Le intercettazioni telefoniche ed ambientali, oltre ad alcune telecamere posizionate vicino alle due abitazioni, hanno evidenziato un notevole giro di clienti, sia a Poggibonsi
che a Siena. Dalle indagini è emerso poi che i due arrestati gestivano anche altre cinque case di appuntamenti: ad Arezzo, a Lastra a Signa (FI), a Poggio a Caiano (Prato) e due ad Empoli. Grazie ad appostamenti e pedinamenti, soprattutto nell’empolese, si è potuti arrivare ad individuare il luogo da cui la donna gestiva i suoi affari.
Contemporaneamente agli arresti dei due cinesi sono scattate le perquisizioni ed i sequestri degli appartamenti ove si svolgeva l’attività di meretricio. Sequestrati una decina di dispositivi elettronici, fra telefoni cellulari e tablet, un’ingente somma di denaro, circa 50 fra passaporti e tessere sanitarie, contratti di locazione stipulati nel tempo dai due indagati e relativi agli appartamenti ove si svolgeva l’attività di prostituzione, oltre ad alcuni quaderni in cui venivano annotati gli appuntamenti, e numerose scatole di profilattici.
I due arrestati dovranno rispondere anche dei reati di falsità materiale (carte d’identità e permessi di soggiorno contraffatti) e sostituzione di persona. La donna arrestata è in Italia sotto falso nome da almeno una decina d’anni, e in passato è stata affittuaria di numerosi appartamenti in tutta la penisola, isole comprese. In ognuno di questi ha gestito sempre le attività di prostituzione, nascondendosi dietro ai documenti falsi che le hanno sempre permesso di restare incensurata. Proprio perché la sua reale identità non era mai emersa sino ad ora.