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Giallo sulla morte di David Rossi. Le Iene tornano sui presunti festini hard. Parla un carabiniere

- Cronaca
16 Dicembre 2020

Gli inviati delle Iene riaccendono il caso di David Rossi, il capo della comunicazione di Mps morto il 6 marzo 2013 dopo essere caduto dalla finestra del suo ufficio, nel pieno centro di Siena. Morte che, come i lettori ricorderanno, è stata archiviata come suicidio, lasciando comunque molti dubbi, non solo nei familiari. Nella puntata andata in onda martedì 15 dicembre Le Iene hanno affrontato di nuovo il tema dei presunti festini a luci rosse. Il primo a parlarne fu Pierluigi Piccini, ex sindaco di Siena, ipotizzando che la procura della città del Palio avesse operato in modo poco efficace sul caso Rossi, per non dire lacunoso, soprattutto per coprire la partecipazione di alcuni magistrati proprio a quei festini. Ecco cosa disse Piccini ad Antonio Monteleone, delle Iene: “Conoscendo la razionalità di David, non è possibile che sia suicidio. La città è convinta che sia stato ucciso”. E gli suggerì di  “indagare tra alcune ville tra l’aretino e il mare e i festini che facevano lì perché la magistratura potrebbe aver abbuiato tutto perché scoppia una bomba morale, non so se mi sono spiegato”.

Dopo si era fatto avanti un giovane escort, dicendo di aver preso parte ad alcune feste hard con importanti personalità senesi. Sulla pista ha indagato la procura di Genova, che ha competenza sui magistrati toscani. Tutto si è chiuso con l’archiviazione. A cui, però, i familiari di Davide Rossi si sono opposti.  Soprattutto per alcune “stranezze”, come raccontato nella puntata delle Iene. In primo luogo si parla di alcuni atti che sarebbero spariti, ma poi ritrovati, e un testimone che non sarebbe stato sentito.

Poi c’è la testimonianza inquietante di un carabiniere in pensione, che anni fa comandava una stazione dell’Arma in provincia di Siena. Alle Iene ha raccontato di come un magistrato, di cui ha fatto nome e cognome (ma il servizio ne ha celato l’identità), nel corso degli anni lo avrebbe ostacolato più volte, impedendogli di lavorare su alcuni casi. Ha fatto cenno, anche lui, ai presunti festini che si tenevano in zona, sui cui avrebbe voluto indagare: gliene avrebbe parlato un pittore pregiudicato, riferendo che ad essi partecipavano alcuni vip: ecclesiastici, un magistrato ed altre importanti personalità senesi. Su questa inchiesta, estremamente delicata oltre che scabrosa, avrebbe ricevuto (sempre dal solito magistrato) l’ordine tassativo di lasciar perdere e di restituire tutte le carte di cui era venuto in possesso. Il carabiniere venne poi trasferito per incompatibilità ambientale. La procura di Genova, stando a quanto riferito dalle Iene, non l’ha mai interrogato

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4 Commenti
    mortimer mouse

    e come mai la magistratura non ha voluto considerare questa testimonianza avente una forza di valore molto superiore a quella di un civile? 🙂 non so voi, babbei comunisti grulli, ma la mia idea è che la sinistra ha ordinato la magistratura di non indagare troppo sulla vicenda, e di non cercare nomi che scottano… 🙂 e poi come mai accadono certe cose da depravati, e non si fanno mai processi come si deve, e mi riferisco ai fatti di forteto, di bibbiano, delle banche, dei risparmiatori imbrogliati, ecc? 🙂 come mai certi processi a berlusconi vengono tenuti in piedi nonostante l’inconsistenza delle prove, mentre al contrario, in presenza di prove a carico dei personaggi di sinistra (uno tra tutti, de benedetti), i processi finiscono in una farsa?

    Fjr

    Quando gli intoccabili,parafrasando un famoso film,diventeranno toccabili,partendo dalla terrazza sentimento e da quante terrazze simili esistono in tutto il nostro paese,non mi stupisco più di nulla,la storia di David Rossi ne è l’emblema,spero per la famiglia,anche se nutro qualche dubbio sulla possibilità che si riesca davvero a far luce su tutta la vicenda,che qualche magistrato ancora dotato di quell’onestà che dovrebbe essere la normalità e non l’eccezione che conferma la regola,sfondi quel muro di omertà che da sempre circonda certi ambienti

    gianni

    Si sente da un chilometro l’odore stantio, anzi il fetore sulfureo, della Massoneria. Che la setta sia in ogni ganglio della società toscana è cosa arcinota. Un fratello magistrato che insabbia le indagini è cosa facilissima da trovare.

    Fantapolitik

    Siamo certi che i magistrati fanno il loro dovere e rispettano il loro codice deontologico?Io credo di no visto che tanti sono passati dalla politica fatta da magistrati a rappresentanti del popolo comunista!Merda!

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