Il razzismo è una brutta bestia, però bisogna stare attenti e prendere con le molle l’argomento. Stiamo parlando della presunta frase razzista “la rivolta degli schiavi” che l’attaccante del Pisa Michele Marconi avrebbe rivolto all’indirizzo di Joel Obi, del Chievo, durante la partita di martedì sera all’Arena Garibaldi di Pisa (finita 2-2). La frase sarebbe stata pronunciata intorno al 41° minuto del primo tempo, dopo un normale contrasto di gioco tra i due giocatori. L’arbitro, a cui è stato riferito quanto accaduto, ha detto che non vi ravvisava un contenuto razzista. Polemica finita? No, perché alla fine della partita la società A. C. Chievo Verona ha diramato un durissimo comunicato stampa.
“In seguito alla frase razzista ‘La rivolta degli schiavi’ pronunciata dal giocatore del Pisa Michele Marconi al centrocampista Joel Obi durante il primo tempo della partita Pisa – ChievoVerona, la società esprime la massima solidarietà verso il suo giocatore, oggetto di una infamante e squallida frase, che nulla ha a che fare con i più elementari e basilari valori di sport, etica e rispetto”. Il Chievo “condanna e stigmatizza fermamente il comportamento razzista subito da Joel Obi, e si rammarica perché ad una frase sentita dai più in campo non sia seguito alcun provvedimento disciplinare: né da parte dell’arbitro, né da parte dell’assistente e quarto uomo, né il procuratore federale. “L’A.C. Chievo Verona, da sempre convinta sostenitrice dei valori di etica, rispetto e fair play, continuerà a restare in prima linea nella lotta contro ogni forma di razzismo o violenza, dentro e fuori da qualsiasi campo di gioco”.
Questa la reazione di Giaccherini, capitano del Chievo, a fine gara ai microfoni di Dazn: “n campo è successa una cosa grave: un calciatore del Pisa ha insultato un nostro giocatore in maniera razziale. Questo è inaccettabile, vergognoso. Ci distacchiamo tutti, il risultato viene in secondo piano, questi episodi non devono accadere. Non cerchiamo vantaggi, hanno sentito tutti, dall’arbitro al quarto uomo. Il calciatore magari poteva essere espulso, ma non vogliamo trarre profitto da ciò, voglio solo ribadire che ci distacchiamo da queste frasi rivolte al nostro calciatore, che abbiamo abbracciato“”.
Altrettanto dura la replica del Pisa Sporting Club, che ha risposto con una nota stampa. “Il Pisa Sporting Club prende le distanze da quanto riportato a mezzo comunicato stampa dalla società Chievo Verona. L’episodio incriminato non è stato rilevato dalla quaterna arbitrale, né dai responsabili di Lega e Figc presenti a bordo campo, né dai numerosi microfoni televisivi presenti a ridosso dei protagonisti. Il nostro tesserato, peraltro, ha confermato di non aver rivolto alcun epiteto offensivo al calciatore avversario, tantomeno a sfondo razziale. La società Pisa Sporting Club è attiva da sempre in ambito sociale, collabora a progetti di integrazione e di aiuto verso le fasce più deboli, sull’esempio tracciato dalla propria tifoseria conosciuta in tutta Italia anche per iniziative benefiche e di lotta verso il razzismo. Il Pisa Sporting Club, per tali motivi, non accetta lezioni di comportamento da nessuno, tantomeno da chi non si è certo distinto negli ultimi anni per i valori dell’etica, del fair play e del rispetto delle regole basilari dello sport”. Sin troppo chiaro il riferimento ai tre punti di penalizzazione inflitti al Chievo alcuni anni fa per la vicenda delle plusvalenze nei bilanci delle società di calcio.
Se andate su Google e cercate la frase “la rivolta degli schiavi” le prime notizie che vi compaiono sono proprio quelle che si riferiscono a Pisa-Chievo. Ma andando indietro nel tempo troviamo un film, del 1960, intitolato “La rivolta degli schiavi”, tratto dal romanzo “Fabiola o la Chiesa delle catacombe”. La pellicola, una coproduzione Italia-Spagna e Germania, tratta della schiavitù dei cristiani ai tempi dei romani. Ora, non vogliamo dire che Marconi stesse pensando a un film di 60 anni fa che lo aveva particolarmente impressionato e che volesse consigliarlo a Obi. Ma davvero la frase “la rivolta degli schiavi” può essere etichettata come espressione del più bieco razzismo? O, se è stata pronunciata, è solo una frase idiota?
Un’altra famosa “rivolta degli schiavi” è quella che vide protagonista Spartaco. Stiamo parlando della terza guerra servile, combattuta tra la Repubblica romana e un esercito di schiavi ribelli tra il 73 e il 71 a.C.; la guerra finì con la vittoria dell’esercito romano, comandato da Marco Licinio Crasso.
Certamente parlando di schiavi bisogna ricordare anche quelli neri d’America, originari dei paesi africani, con tutte le vicende tristemente narrate da libri e film. Ora, siccome Obi è un calciatore di colore allora la frase a lui indirizzata secondo alcuni deve per forza essere riferita alla schiavitù ingiustamente subita, per secoli, dalle persone di colore. Ma che cosa c’entrerebbe la “rivolta”? A cosa si riferiva, Marconi, se davvero ha pronunciato (lui dice di no) quella frase? E siamo sicuri che, in questo caso, c’entri qualcosa il razzismo oppure si è voluto alzare un polverone mediatico sul nulla?