Il Covid è talmente ingordo da riuscire a cambiare, oltre alle nostre abitudini e stili di vita, anche le ricorrenze del calendario. Infatti, anche il Carnevale di Viareggio ha trasferito le date delle sue storiche sfilate dal gelido febbraio ai ben più miti settembre-ottobre. Il mio amico viareggino, l’altro giorno al telefono, euforico in quanto freddoloso come il sottoscritto, me le ha snocciolate una dietro l’altra. Dopo il festival di numeri si è zittito per un istante prima di buttarla lì.
– Stammi a sentì, ma un pensi anco te che sarebbe ganzo da morì sposta’ qualche altra data con la scusa del virus?
– Quali? Certe ricorrenze fisse come l’8 marzo, il 25 aprile, il primo maggio, Ferragosto e Natale mica le puoi portare in altra data?
– Delafia, mi’a pensavo a quelle pubbliche, ma a quelle private tipo compleanni, anniversari; anzi, soprattutto a quelli.
– Tipo?
– Tipo gli anniversari di matrimonio come il mio, che ricorre tutti i 24 di settembre da un secolo. Delafia, se lo potessi sposta’ al 30 di febbraio, che è un giorno che un esiste, potrei sostene’ che un è mai esistito e tornammene così celibe, libero come l’aria! Oh, torna, un dì di no!
– Boia dè, sarebbe na ganzata di nulla, se il giochino ti riesce brevettalo: ballini di vaini a sfà.
– Delafia, ci poi giurà!
– Dè, a tutto sdeo!?
Guido Martinelli
(con la consulenza linguistica
di Marina Sacchelli e un suo amico viareggino)
Foto: viareggio.ilcarnevale.com
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