Non si è mai arresa la signora Patrizia Cappetti. Ha lottato come una leonessa e alla fine, dopo trenta interminabili anni, ha ottenuto quello che chiedeva (e le spettava): un pass per parcheggiare l’auto nei posti riservati ai disabili. Non per lei, ma per accompagnare sua figlia, che ha gravi problemi di salute da quando è nata. Come scrive La Nazione i problemi iniziano quando Irene, la figlia di Patrizia, aveva solo tre mesi: dopo la vaccinazione le vengono le convulsioni e un primo ricovero in ospedale, a cui ne seguiranno molti altri. “Purtroppo le sue condizioni non sono mai migliorate ed è per questo che ho sempre chiesto di avere il posto auto sotto casa, perché quando si sente male e la devo ricoverare, non ce la faccio se la macchina è lontana. Infatti spesso sono stata costretta a chiamare l’ambulanza o il taxi. Ma sapere che ho l’auto vicina mi dà tranquillità, perché non c’è il rischio di perdere tempo”.
Una richiesta, quella di Patrizia, legata al buon senso ma anche a seri motivi medici, debitamente documentati. La figlia è invalida al 100%, da quando aveva 5 anni (oggi ne ha 33). E purtroppo ha subito anche un danno neurologico che le ha causato difficoltà nella parola.
A fronte di questi problemi di salute, perché Irene non ha mai ricevuto l’autorizzazione al parcheggio nei posti per disabili? Per questo motivo, come spiega sua mamma: quando non ha le convulsioni cammina bene. Le hanno riconosciuto “il tagliando per la sosta handicap in città ma quello di cui avevamo bisogno era il nostro contrassegno nei pressi del nostro appartamento, perché l’unico posto auto per disabili in zona è sempre occupato”.
La battaglia va avanti per anni fino a quando un consigliere comunale della Lega, Andrea Asciuti, prende a cuore il problema. Insieme ad alcuni consiglieri di quartiere (Giovanna Di Dio, Carlo Campanella, Vito Poma) inizia a smuovere le acque dando manforte alla richiesta della signora Cappetti. Alla fine la battaglia è vinta e il posto auto viene assegnato. Ci sono voluti trent’anni e tante arrabbiature e delusioni, ma la signora Patrizia e sua figlia Irene hanno vinto.
Felicissimo che questa signora abbia finalmente il posto per disabile per accompagnare la figlia, ma nello stesso tempo vorrei indicarle che probabilmente non la ritenevano troppo di sinistra di conseguenza non aveva il diritto al posto o non ha leccato strada dove posano certi sininistri. Veramente da schifo e si dicono demoratici.
ci mancava il commento clown…ora il lucio potra’ andare a dormire felice