Riesplode la polemica sulla “pillola del giorno dopo”. In una farmacia di Mutigliano, piccola frazione di Lucca, una donna si è vista rifiutare una confezione del farmaco per “obiezione di coscienza”. Il caso non è finito lì, tra le quattro mura della farmacia, ma è esploso suscitando una vasta eco mediatica. L’associazione “Non una di meno” sono hanno deciso di fare una prova, mandando nella stessa farmacia un’altra persona, una giovane donna, per acquistare la pillola. Al banco c’era un’altra farmacista che, dopo aver risposto che il prodotto non era disponibile, ha provveduto a ordinarlo al magazzino e, come accertato dal quotidiano il Tirreno, il giorno dopo il farmaco era disponibile. Non avendo creduto che il farmaco fosse stato effettivamente ordinato la ragazza (quella del secondo tentativo di acquisto) è uscita dalla farmacia per organizzare un sit-in di protesta (foto), con tanto di striscioni e manifesti.
La dottoressa Maria Rosaria D’Atri ha spiegato così, al Tirreno, la propria decisione: “Chiariamo subito che la farmacia non c’entra niente . L’episodio riguarda esclusivamente la mia persona. Venendo al dunque: diversi giorni fa si è presentata una cliente chiedendo la ‘pillola del giorno dopo’. Le ho spiegato che il farmaco in questione non era disponibile e che in ogni caso non sono un distributore automatico di medicinali da cui ognuno prende ciò che vuole. Ho cercato di far capire che quello è un farmaco abortivo e non può essere preso con leggerezza”.
L’Agenzia del farmaco (Aifa) descrive però la “pillola del giorno” come un contraccettivo d’emergenza, per il quale non è richiesta la prescrizione del medico. La dottoressa non ci sta e ribatte: “L’Aifa è in errore e così facendo avvalora una menzogna. È scientificamente provato che quando lo spermatozoo feconda l’ovulo siamo di fronte alla vita. A parer mio e soprattutto della scienza, quello è un farmaco abortivo. Non posso avvalorare una menzogna. Io difendo la verità, sono per la vita e rivendico il diritto alle mie idee. In ogni caso la cliente quel giorno se n’è andata lasciando un volantino fuori dalla porta e senza accettare un confronto tra persone civili. Io sono una farmacista e cerco di fare al meglio il mio mestiere. Sempre. Se mi viene chiesto un antibiotico parlo col cliente e cerco di assicurarmi che sia ben informato sulle modalità di utilizzo. Tanto so che il bugiardino non lo leggono. Figuriamoci se non sono attenta con un farmaco di quel tipo. Non c’è niente di male e comunque non sono la sola a pensarla in questo modo: ci sono farmacie che si rifiutano di mettere i distributori di profilattici”.
Il Popolo della Famiglia Firenze ringrazia pubblicamente la dottoressa D’Atri “per la sua professionalità, per il suo rispetto per la verità, e per aver avuto il coraggio di non distogliere lo sguardo dalla donna che aveva davanti”. E aggiunge: “Contro l’obiezione di coscienza dei farmacisti, però, viene spesso impugnato ingiustamente un decreto regio sulla salute del 1938, che spiega che il farmacista non può rifiutarsi di vendere alcun prodotto. Peccato che allora non esistevano né le pillole abortive né l’aborto legale: la legge infatti aveva il solo fine di impedire il boicottaggio dei prodotti di alcune case farmaceutico da parte dei farmacisti”.
Pier Luigi Tossani, referente per Firenze del Popolo della Famiglia, dichiara: “Non ci illuda, nella nostra Italia sull’orlo della bancarotta, che vi possa essere una ripresa con i duecento miliardi del Recovery Fund, se poi si continua a mentire a noi stessi e al nostro prossimo sulla verità dell’uomo e della donna, millantando pilatescamente che la pillola del giorno dopo non ha lo scopo di sopprimere un figlio appena nato nel grembo della madre. E, massima perversione, si è voluto dare questo prodotto anche alle minorenni, senza necessità di ricetta medica. Se seguitiamo così, tutti i soldi del mondo non basteranno a salvarci”.
Foto: Non una di meno (Facebook)
Senza entrare nei temi etici, vorrei solo precisare che la Ru486 NON È la pillola del giorno dopo
Ha ragione, corretto!