Conosciuta nel mondo come la città della torre pendente, forse sarebbe più corretto definire Pisa come la città delle torri pendenti. Oltre a quella più famosa, infatti, ce ne sono altre due. Uno è il campanile della chiesa di San Nicola, l’altro è quello della chiesa di San Michele degli Scalzi. Sul campanile di San Nicola vi proponiamo uno scritto di Marco Monaco pubblicato sul sito “Dettagli e Dintorni“.
Il Campanile di San Nicola
È sicuramente il più caratteristico della città, dopo la Torre Pendente. Risale alla seconda metà del XII secolo ed è attribuito a Fibonacci: il mosaico sulla facciata della chiesa rappresenta la sezione del campanile, costruito secondo le proporzioni geometriche della famosa Sequenza, frutto degli studi del matematico pisano. Anche questo campanile è leggermente inclinato e interrato rispetto al piano stradale di circa 150 centimetri. Caratterizzato da un curioso gioco policromo generato dal colore delle pietre (bianche, marroni, di varie tonalità di grigio) utilizzate per la sua costruzione, è cinto da arcate cieche che includono un primo ordine cilindrico e un secondo ottagonale e culmina con una cella campanaria esagonale. Il campanile è di attribuzione incerta: i critici ritengono che sia stato edificato sotto le direttive di Nicola Pisano (se i lavori sono stati iniziati nel XIII secolo) o di Diotisalvi se il campanile è stato costruito ancora prima (nel XII secolo).
L’interno del campanile ha una scala a chiocciola basata su un ettagono (da qui l’attribuzione a Fibonacci) e aperta da un loggiato verso l’ampio pozzo centrale. In esso le gallerie esterne della torre pendente, sovrapposte su piani orizzontali distinti, vengono trasferite all’interno conseguendo una suggestiva immagine unitaria e dinamica di ascesa, secondo l’iconografia della Torre di Babele. Secondo il Vasari questo audace abbinamento ha costituito la fonte di ispirazione per il Bramante (nel realizzare la Scala del Belvedere in Vaticano) e per Antonio da San Gallo il Giovane (nel progettare il Pozzo di San Patrizio a Orvieto).