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Caso Scieri, tre imputati chiedono il rito abbreviato

- Cronaca
18 Giugno 2021

Il 13 agosto 1999 nella caserma Gamerra di Pisa muore il parà Emanuele Scieri, ventiseienne. Nato a Siracusa, laureato in giurisprudenza, quando viene chiamato a svolgere il servizio militare stava già facendo la pratica in uno studio legale. Dopo il Car (Centro addestramento reclute) a Firenze, viene mandato a Pisa. Sul viaggio tra le due città, in pullman, subisce i primi atti di nonnismo, che proseguono, fino alla morte, in circostanze orribili. Dopo aver sistemato le sue cose in camerata esce a fare un giro per la città: va ad ammirare la Torre pendente, fa qualche telefonata e si gode un po’ l’aria aperta in una calda serata di agosto. Non è da solo, è uscito con alcuni commilitoni. Rientra in caserma intorno alle 22.15. Poco dopo, al contrappello delle 23.45, quando vengono chiamati tutti i nomi per verificare se i soldati siano presenti, lui non risponde. Lo registrano come “assente”, pensando che non sia rientrato dopo la libera uscita. In realtà qualcuno l’ha visto tornare. Probabilmente a quell’ora è già morto o agonizzante, ai piedi di una scala della torretta per l’asciugatura dei paracadute. Viene ritrovato, ormai senza vita, il 16 agosto.

Dopo diversi anni di indagini e tanti silenzi, nell’estate 2018 c’è la nelle indagini, dopo che il caso era già stato archiviato come suicidio: la procura di Pisa arresta Alessandro Panella, caporale a cui era stato assegnato Scieri. Deve rispondere dell’accusa di omicidio volontario. Indagati anche gli ex caporali Andrea Antico e Luigi Zabara. In seguito si aggiungono anche due ex ufficiali, con il reato di favoreggiamento: Enrico Celentano, all’epoca comandante dei paracadutisti, e l’ex aiutante maggiore Salvatore Romondia. La pista investigativa è sempre quella a cui si era pensato fin dall’inizio, il nonnismo. La commissione d’inchiesta parlamentare, istituita nel 2016 con la fine dei lavori nel dicembre 2017, ha accertato che nella caserma di Pisa “avvenivano gravi atti di violenza, non riconducibili a semplice goliardia”. Qualcosa di molto più grave.

Tre degli indagati hanno chiesto il rito abbreviato. Si tratta di Antico, ancora oggi in divisa come sottufficiale, e dei due ex ufficiali. Panella e Zabara, invece, scelto di essere giudicati (eventualmente) con il rito ordinario. Il guo del tribunale di Pisa, Pietro Murano, ha già stabilito le date delle prossime udienze: 24 e 27 settembre, 11 ottobre.

In base alla legge il giudizio abbreviato è un rito speciale con il quale il processo viene definito in sede di udienza preliminare, con decisione assunta allo stato degli atti delle indagini preliminari, che assumono piena valenza probatoria. È un giudizio di tipo volontario (l’imputato lo sceglie) e ha natura premiale: in caso di condanna, infatti, la pena viene diminuita della metà per le contravvenzioni e di un terzo per i delitti.

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