Ottantuno pagine in piccolo formato, molti gli spazi bianchi: poche sono le parole, alcune delle quali spesso ripetute, che vanno a comporre questo ultimo libro di Arnoldo Mosca Mondadori, “Cristo ovunque“, edito nella collana Pellicano Rosso della Morcelliana.
Eppure questo testo, scritto in soli sette giorni e con una genesi molto particolare, agisce nel profondo del lettore come uno scalpello che con un movimento ripetuto e paziente, arriva a toccare il fulcro. E lo fa risvegliando il messaggio di amore più famoso della storia, quello di Cristo, comunicato con parole semplici e accessibili a tutti. Non un saggio da affrontare vocabolario filosofico alla mano ma piccoli passaggi che sembrano nascere dal bisogno di testimoniare il valore salvifico che Gesù ha nella vita del singolo e della collettività. Ed è proprio questa forte ispirazione la forza del libro che pone al centro del suo messaggio la figura di un Cristo che abita le nostre ferite. Un invito dunque a guardare le nostre debolezze e fragilità con occhio attento e amorevole, non punitivo: Dio non si ribella dentro le nostre ferite, dentro i baratri del nostro orgoglio, dentro ciò che in noi è davvero disprezzabile: Dio in quel punto ama e basta. Questo amore disarmante è dunque la risposta che nasce dalla stessa ferita: l’uomo che prende coscienza dell’essenza della vita sa che dentro la sua più grande desolazione abita la grazia più grande. Desolazione e grazia sono unite.
Diventa quindi quasi logico il passaggio che porta verso una società votata all’ascolto dell’altro, alla compenetrazione che evita la nascita degli ultimi: avere lo sguardo di Gesù. Vedere nell’altro le sue debolezze e amarlo lì. Amare l’altro quando è offeso dall’ingiustizia, e amarlo quando offende, quando è ingiusto. Riconoscere la fragilità alla base di cattivi comportamenti ci permette ci rende più semplice accettare, accogliere, a nostra volta amare.
Potrà mai realizzarsi in un mondo tanto complesso e frammentato questo messaggio? Vivere con tanta intensità il messaggio di Cristo sembra una possibilità per asceti e mistici lontani dalla realtà del quotidiano e per questo colpisce incontrare Arnoldo Mosca Mondadori, marito e padre, uomo attivo e perfettamente integrato in una Milano che stringe al cappio i meno capaci di adattarsi al presente caotico e ricco di interrogativi. Come si fa – viene da chiedersi – ad avere tanta grazia, ad affidarsi così serenamente a qualcosa che non è frutto di calcoli certi e razionali ma appartiene e ciò che la fede disvela? Questo libro accenna a una risposta: umiltà.
Ilaria Clara Urciuoli