– Maurizio Ficeli –
Prosegue il nostro giro nei quartieri di Pisa per segnalare alcune brutture che persistono da tanti anni se non addirittura dal dopoguerra. Peccato perché certi luoghi, una volta restaurati, potrebbero costituire un valore aggiunto sia come offerta artistica e turistica per coloro che visitano la nostra città. Stavolta siamo andati nel quartiere di Sant’Antonio dove si trova un autentico gioiellino, purtroppo, ahinoi, in stato di degrado e di abbandono con la facciata ricoperta da erbacce e rampicanti. Si tratta della chiesa di Sant’Antonio in Qualquonia oppure semplicemente della Qualquonia, nella via omonima. Questa chiesetta faceva parte di un complesso comprendente anche un convento, nei secoli adibito a “spedale” per i pellegrini, per i poveri e infine ad orfanotrofio, il tutto fortemente danneggiato durante la seconda guerra mondiale e demolito pochi anni dopo.
Anni fa pareva ci fossero dei progetti per rimettere finalmente a norma questa struttura ma poi non se ne è più sentito parlare. Chiediamo pertanto delucidazioni a chi di dovere. Proseguendo più avanti troviamo la cappella di Sant’Agata, a forma cuspidale, circondata da impalcature e qui pare che i lavori di restauro procedano bene e ne siamo compiaciuti, così come del ritorno all’antico splendore della vicina chiesa di San Paolo a Ripa d’Arno, tra l’altro primo duomo della città di Pisa, dopo lunghi anni di restauri.
Proseguendo oltre andiamo in via Conte Fazio nel Quartiere di Porta a Mare e lì troviamo la chiesa di San Giovanni al Gatano ricostruita nel dopoguerra in seguito alla distruzione della vecchia chiesa parrocchiale dovuta al furioso bombardamento del 31 agosto 1943. In tale edificio sacro ogni anno, il 31 agosto, si sono sempre svolte le cerimonie in ricordo dei caduti nel bombardamento della città di Pisa, con la partecipazione, oltre che delle autorità religiose, anche di quelle militari e civili. Purtroppo, da un paio d’anni, in concomitanza con la riapertura della chiesa di San Paolo a Ripa d’Arno, è avvenuta la chiusura di questa chiesa, a causa del tetto pericolante.
All’esterno, davanti alle porte principali, possiamo notare un antiestetico manufatto in ferro, ma di lavori di restauro non si hanno notizie. Qualcuno potrebbe farci il punto della situazione? È veramente un peccato che luoghi come questi che hanno fatto la storia della nostra città seppur in epoche diverse, versino nell’abbandono e nel degrado, fra il silenzio e l’indifferenza generale.
Maurizio Ficeli