C’è una foto, tra le tante dell’alluvione di Firenze del 1966, che è rimasta scolpita nella memoria di tanti. Si vede un uomo in divisa in piedi su una tavola di legno-zattera, in mezzo all’acqua. Si tratta dell’allievo sottufficiale dei carabinieri Antonio Randazzo, 26 anni: la foto è stata scattata all’interno della scuola di piazza Stazione (nel chiostro grande di Santa Maria Novella) il 4 novembre 1966.
Oggi Randazzo ha 81 anni e ricorda benissimo quel giorno. “Il portone della scuola marescialli di piazza Stazione che si apre di schianto – racconta a Repubblica – l’acqua che invade la mensa all’ora di pranzo… Avevo 26 anni ed ero assegnato alle cucine, più in basso rispetto al livello della strada. In quel momento pensai solo a mettermi in salvo: afferrai una pedana di legno e la usai per rimanere a galla”.
Con gli altri allievi del suo corso sottufficiali (classe 1966-67) Randazzo fu uno dei tanti “angeli del fango“, come furono chiamati i tanti giovani che, accorsi da tutta l’Italia, si diedero da fare, giorno e notte, per rimuovere il fango e i detriti che avevano invaso la città. Il Comune di Firenze dopo tanti anni ancora li ringrazia per ciò che fecero, per i loro sacrifici e la generosità. A loro è stata dedicata una via, vicino alla scuola sottufficiali.
Il sindaco Dario Nardella durante una cerimonia li ha ricordati in questo modo: “Firenze è riuscita a rialzarsi, sorretta da cittadini che non si sono mai sottratti alle sfide della storia, anche le più terribili”.
In un’altra cerimonia è stata gettata in Arno una corona di allora in memoria delle vittime: “Un gesto simbolico ma potente – ha detto la vicesindaco Alessia Bettini – per ricordare il dramma dell’alluvione ma anche ribadire orgoglio e gratitudine per tutti i fiorentini che si rimboccarono le maniche, per gli Angeli del Fango, per tutti coloro che scesero in campo in prima persona per aiutare la città colpita da questa tragedia; non un mero momento di celebrazione ma anche e soprattutto l’occasione di riflettere su come le catastrofi ambientali siano diventate sempre più frequenti e su come il cambiamento climatico imponga di mantenere sempre molto alta l’attenzione sul tema della messa in sicurezza delle nostre città”.