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Digitalizzare il calzaturiero, un software che aiuta le aziende

- Economia
5 Novembre 2021

Uno dei distretti più importanti della Toscana è il calzaturiero. Ora la nuova sfida è la digitalizzazione delle imprese del settore, con nuovi scenari e opportunità che si aprono per le aziende toscane e non solo. Una realtà di grande rilievo nel quadro economico italiano (5.075 aziende e 77.746 addetti), con la Toscana che riveste un ruolo di leadership con ben 1.186 imprese e 15.499 addetti.

Il 4 novembre 2021, presso l’Auditorium del Centro congressi al Duomo di Firenze, sono stati presentati i risultati del progetto Quick Response Logistics and Manufacturing in the Supply Chain of Shoes Industry (QRLMS) che ha come capofila la Principia Tech di Montecalvoli (Pisa), realizzato attraverso un bando cofinanziato dalla Regione Toscana e dal Fondo europeo di sviluppo regionale, che ha portato alla realizzazione di un dimostratore software per aumentare le capacità competitive delle imprese della filiera calzaturiera.

Tutto si basa su un binomio: tradizione e innovazione. Con un prodotto artigianale, creato dalle mani di veri e propri maestri del cuoio, che dialoga con le nuove tecnologie. Aziende attive da 50 anni e più possono adeguarsi ai tempi e mettersi in pari con la storia. Apparentemente sono due mondi molto distanti che per certe aziende fanno ancora fatica ad incontrarsi. Ma è questa la nuova frontiera da abbattere…

Marco Gabellone, presidente di Principia Tech, ha sottolineato che “l’ottimizzazione dei processi produttivi è la vera sfida dove ci giochiamo la partita nei prossimi anni. Questo progetto rappresenta anche un esempio virtuoso di come le istituzioni possano collaborare e dialogare con le aziende e il tessuto economico del territorio”. Lorenzo Bacci (Regione Toscana) ne ha dato conferma: “Non solo ma anche tra istituzioni e istituzioni, visto che il bando che lo ha finanziato deriva da un Accordo di Programma Quadro fra Miur, Agenzia per la Coesione Territoriale e Regione Toscana”.

Il prof. Marco Frosolini, dell’Università di Pisa, si è soffermato sul concetto di resilienza, molto in voga in questi ultimi due anni: “Il progetto QRLMS si è sviluppato durante la pandemia. In questo periodo si è spesso sentito parlare di resilienza, indicando con questo termine la capacità di un sistema di resistere e di adattarsi alle sollecitazioni esterne. Le soluzioni proposte dal progetto possono senza dubbio incrementare e supportare la resilienza della filiera della calzatura. La metodologia funziona ma ci vogliono le giuste tecnologie per farla funzionare al meglio”.

Salvatore Li Causi, project manager della Principia Tech, ha presentato il prototipo del software, spiegando le peculiarità degli strumenti sviluppati: connettore software con l’Erp (Enterprise resource planning), pianificatore produttivo a slot, schedulatore collaborativo di filiera. L’obiettivo è l’efficientamento dei processi produttivi, l’ottimizzazione della produzione, la garanzia dei tempi di consegna e una maggiore qualità del lavoro, con la possibilità di coprire anche ordini piccoli, con conseguente riduzione degli immobilizzi e un miglior servizio al cliente.

Il prof. Agostino Bruzzone, dell’Università di Genova, ha mostrato il simulatore, sviluppato per validare gli approcci che sono stati progettati per l’integrazione di filiera: “Lo scopo è quello di prendere i dati statistici che ci arrivano dalle aziende e darli in pasto ai simulatori – ha detto – che poi ci forniranno dettagli e analisi di rischio e metteranno i manager in condizione di fare le proprie scelte gestionali e monitorare la loro efficacia”.

Ilaria Calò (titolare del calzaturificio Simonetta Rossi) e Debora Donati, consulente del Consorzio Universitario Quinn, che ha parlato anche in nome e per conto del calzaturificio Status, hanno illustrato le loro testimonianze sul campo come prime aziende a fare uso, in forma sperimentale, dei dimostratori sviluppati nel progetto. L’intento è quello di essere pronti a sostenere gli investimenti necessari alla trasformazione digitale che permetterà di prevedere i tempi di lavorazione e consegna degli attori della filiera, mettendosi nelle condizioni di aprire mercati alternativi (soprattutto il mondo del digital web).

Ilaria Campana, responsabile della Business Unit Innovation e Performance Excellence del Consorzio Universitario Quinn di Pisa, si è soffermata sulle regole e le formule adatte ad aumentare la competitività delle imprese del fashion attraverso la digitalizzazione. “Vanno create regole che possano sopravvivere nel tempo – ha detto – puntando a mettere in sicurezza l’elevata conoscenza del prodotto e il saper fare tipici del made in Italy. Per mettere in sicurezza gli investimenti tecnologici è fondamentale avere una chiara visione del punto di partenza oltre che del punto d’arrivo per definire un percorso sostenibile con obiettivi raggiungibili in cui le persone siano protagoniste del cambiamento.

Luca Sani, presidente del Consorzio Toscana Manifattura di Santa Croce Sull’Arno (Pisa), che rappresenta 60 aziende del settore, nonché imprenditore, titolare del calzaturificio Buttero di Stabbia (Cerreto Guidi), sta già affrontando questa sfida con il futuro. “Siamo nel momento giusto al posto giusto. Il momento è la transizione digitale e il posto è la Toscana che ha una competenza di filiera che non si trova altrove. I nostri brand ormai richiedono infrastrutture tecnologiche e una programmazione precisa che è impossibile fare con un foglio di Excel. La digitalizzazione e il processo ecologico sono le cose più richieste. Le aziende sono pronte a definire nuove modalità organizzative per fare incontrare domanda e offerta nei nuovi mercati digitali. Noi ci abbiamo creduto da tempo, quando gli altri ci stanno ancora pensando. Bello il progetto, ora va messo in pratica e per far questo ci vogliono imprenditori che credano nel futuro come stiamo facendo noi”.

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Un fiume unisce la Toscana e rappresenta il modo di vivere forte e intraprendente del suo popolo. L'Arno.it desidera raccontarlo con le sue storie, fatiche, sofferenze, gioie e speranze. Senza dimenticare i molti toscani che vivono lontani, o all'estero, ma hanno sempre nel cuore la loro meravigliosa terra.

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