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Ir Moccolo a Pisa

- Cultura
30 Ottobre 2017

Andrea Gelli

Premessa: contenuto tale da non urtare la suscettibilità di nessuno.

Una vorta un mi’ amio mi disse: “Andrea, seondo me a Pisa la Madonna vando ci sente un s’incazza ma si mette a ride’”. Ecco, in questa breve affermazione si riassume cosa è a Pisa, ma più in generale anche in Toscana, ir Moccolo, oggetto della dissertazione a seguire. A prescindere da come uno la pensi sull’argomento, ir Moccolo fa parte di Pisa come fa parte la Torre, l’Arena Garibardi, Piazza delle Vettovaglie, ir Trasando, ir Ceppe e Corzitalia. Inutile discorre’ se è giusto o sbagliato, c’è e basta. Come c’è nell’italiano ma non c’è in pressoché tutte le altre lingue (basti pensare al tedesco, per dirne una) sia di origine latina che non. Come c’è in Italia ma non in egual misura in tutte le regioni, basti pensare a regioni di smoccolatori feroci quali Friuli, Veneto (in generale Triveneto) ed appunto Toscana, a differenza di altre, in particolare in Meridione, dove ir Moccolo è più raro e meno accettato dall’establishment.

Limitandosi alle tre regioni di cui sopra, ir Moccolo non è usato alla stessa maniera e per gli stessi motivi: se per esempio nel Triveneto uno smoccola, lo fa per rabbia, per frustrazione, per dolore, in generale per un evento negativo… in Toscana uguale? Ovviamente no… o meglio non sempre. In Toscana, caratteristica credo unica al mondo, si smoccola anche per eventi positivi; per tutte rammento sempre una mia partita di calcio, con l’allora Fidanzata non toscana (anzi pugliese) a bordo campo: segnai un goal, liberatorio causa partita difficile, e come prima cosa smoccolai: la Fidanzata, neanche tanto digiuna alle regole del calcio, domandò alla vicina di posto “ma…ma… ma… hanno annullato il goal!?!”. Ecco… cosa ni voi spiegà? Provi a dire “è come dire “finalmente!”… no, eh? Non capisci? In questi frangenti comprendi il detto “ moglie e buoi dei paesi tuoi…”.

Una grande differenza tra il Moccolo Triveneto e quello Toscano è che mentre il primo viene pronunciato in una popolazione ad altissima percentuale quantitativa e qualitativa di credenti, il secondo viene pronunciato nella zona sicuramente a più alto tasso di ateismo e non solo d’Italia. Altra grossa differenza, anzi grossissima e che rende quello Toscano un Moccolar unico nel suo genere, è la fantasia, che ne fa del Moccolo una vera e propria arte nonché marchio di fabbrica DOC quasi come le ‘olline e ‘asolari. Se nel Triveneto i Moccoli sono nel 95% sempre quei 3 o 4, in Toscana ci manca tutto ma non l’inventiva. Da quelli composti a quelli in rima, da quelli in stile e quelli moderni, da quelli “ungarettiani” a quelli “danteschi”, s’ arriva addirittura a quelli che (tanto per far vedè che uno ha studiato ar Crassio Galilei) possono essere senza dubbio considerati degli Apax Legomenon della Grecia antica (parola o espressione che ricorre una sola volta in un testo o nell’intera documentazione di una lingua). Su You Tube si può benissimo vedere la differenza tra un video di Germano Mosconi, indimenticato giornalista veronese, e quello di qualsiasi contadino toscano, magari registrato di nascosto, per capire la differenza tra il diverso smoccolar. Ce n’è per tutti i gusti, insomma.

Restando poi in ambito toscano, in particolare nel versante del mare, si può addirittura indovinare la tua zona di provenienza dal tipo di Moccolo più usato. Se infatti usi più spesso “maiale”, è molto probabile che tu sia di Pisa, che il maiale il pisano ce lo mette sempre dappertutto nelle espressioni, figuriamoci se non ce lo mette nei moccoli. Se invece usi più spesso il “boia”, è più facile tu sia di Livorno. Se infine tu usi più spesso il “bestia”, è più facile che tu sia di Lucca, ove è invece precipua l’espressione “Iolai” su cui ancora si discute se considerarlo un moccolo o meno (diagnosi differenziale importante, perché se considerato moccolo nel calcio c’è il rosso diretto, sennò vabbene così).

Una chiosa sui cugini (si fa per dire) d’oltre Foro, “mosca bianca” in una Toscana atea, che però smoccolano almeno tre volte tanto (come quantità) rispetto alle altre città toscane… un caso? Non credo. Si può ordunque asserire “dimmi come smoccoli e ti dirò di dove sei?”, forse sì…

In conclusione… ognuno la pensi e si comporti come gli pare, ma io quando torno all’Arena e ad ogni azione pericolosa per ir Pisa mancata per un soffio sento fare in coro “Diioooo…” e poi nulla perché ognuno ci mette il suo diverso (o nessuno), una lagrimuccia mi scende dalla gota fin’alla basola!

Andrea Gelli

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Un fiume unisce la Toscana e rappresenta il modo di vivere forte e intraprendente del suo popolo. L'Arno.it desidera raccontarlo con le sue storie, fatiche, sofferenze, gioie e speranze. Senza dimenticare i molti toscani che vivono lontani, o all'estero, ma hanno sempre nel cuore la loro meravigliosa terra.

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