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Le cèe alla pisana

- Rubriche, Si va a mangià?
1 Novembre 2017

Le cèe (cieche) sono le anguille neonate che, alla fine dell’inverno, risalgono dal mare verso la foce dei fiumi e le paludi. Da alcuni anni sono specie protetta e per questo motivo non si possono più pescare. La ricetta che vi proponiamo sostituisce le cèe con i bianchetti, il novellame del pesce azzurro (ma non solo) pescato nel Mediterraneo.

Le dosi indicate prevedono una bella tavolata di almeno sei persone.

Ingredienti: un kg di bianchetti; un dl di olio extra vergine di oliva; 50 gr di pane grattugiato; sei spicchi d’aglio; un mazzetto di salvia; 50 gr di parmigiano reggiano grattugiato.

Preparazione: prima di tutte bisogna lavare bene i bianchetti, con molta acqua, per eliminare la schiuma che producono. Poi si fanno scolare.

Mettere dell’olio con l’aglio e la salvia in un tegame (se è di coccio è meglio) e fare soffriggere. Aggiungere i bianchetti per circa dieci minuti. Dopo poco si mette il pane grattugiato, aggiungendo sale e pepe, e si va avanti per altri 5 minuti con la cottura.

Le cèe (o i bianchetti che abbiamo utilizzato al loro posto) vanno servite ben calde, accompagnate con polenta. Secondo la tradizione, infatti, la polenta assorbe il grasso eccessivo delle anguille, “alleggerendo” il piatto.

Volendo si può arricchire il piatto amalgamando due uova prima di servirlo.

Un grande appassionato delle cèe era lo scrittore e poeta Renato Fucini, autore, con lo pseudonimo di Neri Tanfucio, diCento sonetti in vernacolo pisano”. Le cèe si pescavano a Marina di Pisa, a Bocca d’Arno e nel Serchio.

 

 

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Un fiume unisce la Toscana e rappresenta il modo di vivere forte e intraprendente del suo popolo. L'Arno.it desidera raccontarlo con le sue storie, fatiche, sofferenze, gioie e speranze. Senza dimenticare i molti toscani che vivono lontani, o all'estero, ma hanno sempre nel cuore la loro meravigliosa terra.

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