– Ilaria Clara Urciuoli –
Era sparita dalla chiesa di San Michele a Monteripaldi a pochi chilometri da Firenze nel lontano 1985, oggi è tornata a casa. Si conclude così, con la consegna al direttore delle Gallerie degli Uffizi da parte dei carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale (TPC), l’avventura del dipinto cinquecentesco della Sacra Famiglia con Santa Caterina d’Alessandria.
Una storia avvincente quella raccontata dal maggiore Lorenzo Pella, comandante del Nucleo TPC di Udine, sul ritrovamento del quadro di area veneto romagnola che ha visto l’Arma ingaggiare una corsa contro il tempo. Tutto ha inizio 37 anni fa quando l’opera viene rubata: se questo è l’esordio del racconto la narrazione prosegue in maniera non troppo avvincente e ben poco accade in questi lunghi decenni. Poi, improvvisamente, il metaforico tintinnio di un campanello: il nucleo TPC di Udine nota un quadro particolarmente interessante messo all’asta, un’asta che si sarebbe tenuta a Roma dopo soli tre giorni.
Primo passo la consultazione della “Banca dati dei beni culturali illecitamente sottratti” nel tentativo di verificare quel sospetto. Nel grande database contenente l’elenco delle opere trafugate gestito dagli stessi carabinieri viene individuata una corrispondenza. Il tempo scorre e serve qualcuno autorevole in materia che possa confermare tale corrispondenza. A farlo è la dottoressa Vania Gransinigh, responsabile dei Civici Musei di Udine.
I carabinieri contattano dunque gli Uffizi che producono il materiale necessario, quindi il procuratore della Repubblica di Firenze emette di un decreto di sequestro e così, mentre stava per aprirsi l’asta, il quadro viene requisito. Ulteriori indagini confermano l’identificazione del dipinto esposto nei prossimi giorni a Palazzo Pitti, così come è stato fatto in precedenza per altre opere recuperate dall’Arma dei carabinieri.
Lieto fine anche per i proprietari, due privati residenti nel senese, che dopo accurate indagini è stato appurato che erano inconsapevoli dell’origine del quadro.
Ilaria Clara Urciuoli