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La Torre di Pisa finisce nella propaganda russa anti Nato

- Cronaca
9 Maggio 2022

Simbolo riconosciuto in tutto il mondo, ammirato ogni anno da milioni di persone che si recano a Pisa per rendersi conto, di persona, di quanto sia inclinata, la mitica Torre di Pisa è finita al centro di una discutibile battaglia di propaganda di guerra, organizzata dalla Russia contro la Nato.

Il celebre campanile è raffigurato in una stampa esposta alla mostra intitolata “Cronaca delle crudeltà della Nato“, allestita al Museo di Storia contemporanea di Mosca. Ma più che di cronaca si parla di propaganda, con un bel numero di dipinti e stampe che, in modo più o meno artistico (e con maggiore o minore gusto) mostrano la realtà vista dagli occhiali deformati della propaganda di regime. In una di queste opere si vede la Torre Pendente, tenuta in piedi (chissà perché) dal simbolo del dollaro. La torre appare come una rampa di lancio per un missile. Una scena davvero disgustosa che offende la bellezza, la cultura e l’arte.

Alcuni sui social di sbizzarriscono dicendo che Pisa è stata scelta, non a caso, perché a poca distanza c’è una base militare degli Stati Uniti, Camp Darby. Ma è una base americana, appunto, non della Nato (il grande “nemico” di Mosca), e si trova lì, nella pineta che lambisce il mare tra Tirrenia e Livorno, dal lontano 1952, in virtù dei rapporti di forza tra le potenze vincitrice della seconda guerra mondiale e i paesi sconfitti, tra i quali il nostro.

C’è di più. Strumentalizzare la Torre di Pisa non è neanche una novità. Già l’Isis (pensate un po’) lo ha fatto in passato, per minacciare l’Occidente e i suoi simboli. Correva l’anno 2016 e la Torre pendente finì in un macabro fotomontaggio in cui i terroristi islamici mettevano nel mirino alcuni bersagli facilmente riconoscibili: il Colosseo, la Statua della Libertà e, appunto, la Torre pendente. Allora come oggi si trattava di una squallida trovata che non meriterebbe neanche di essere commentata. Ma la stupidità umana, si sa, non conosce confini.

 

 

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Giornalista.

3 Commenti
    red

    “a poca distanza c’è una base militare degli Stati Uniti, Camp Darby. Ma è una base americana, appunto, non della Nato”: e io che ho sempre pensato che gli USA facessero parte della Nato!
    Ditemi il nome di UNA base Nato e DOVE è possibile trovarla, grazie.

    Saverio Gpallav

    La satira, da sempre difesa anche nelle sue forme più volgari alla Charlie Hebdo, diventa becera propaganda non appena critica le iniziative del governo italiano. Una suscettibilità eccessiva. Nato e Usa, entrambi grandi nemici, senza virgolette, della Russia, sono indistinguibili, sia agli occhi russi che a quelli dei fedeli alleati degli Usa o meglio dei loro subalterni in virtù proprio dei richiamati rapporti di forza tra vincitori e vinti, mai mutati dal dopoguerra. E poi non confondiamo le minacce dell’Isis con la vignetta in questione. Non hanno nulla a che spartire. Non è ravvisabile nessuna minaccia al nostro monumento ma solo la messa in evidenza del ruolo di fornitore di armi dell’Italia a favore dell’Ucraina e del totale appiattimento del nostro governo alla voce del padrone d’oltreoceano. Quanto alle basi militari, spesso tristemente denominate in inglese come si conviene ad una colonia, sarebbe da riservare cotanta indignazione non già ad una banale vignetta bensì al rischio di vedere presto la riserva di san Rossore devastata da una nuova base militare anche se non USA o Nato

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