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“Aspetta e spera”: ecco cosa ci deve insegnare

- Sport
8 Giugno 2022

Andrea Cosimi

Il 29 maggio, subito dopo la finale persa con il Monza, su Facebook è stato pubblicato il post nella foto: ritrae uno striscione apparso diverso tempo fa a Firenze in Curva Fiesole, e riesumato sul web per l’occasione. Lo striscione fa il paio con un altro, esposto qualche anno fa, e dedicato ad altre città toscane (“Empoli, Livorno e Siena, ma quale derby di regione, per voi nessuna considerazione”).

Dalla notte dei tempi, indubbiamente, Firenze volge sempre il suo sguardo e le sue attenzioni a Pisa: lo ha fatto nella storia in vario modo, lo fa di questi tempi con la vicenda aeroportuale e mantiene un significativo interesse per le vicende dei colori neroazzurri. Nonostante il fatto che il Pisa manchi dalla serie A da quasi ormai trentadue lunghissimi anni.

Non sto a dilungarmi sullo striscione in questione, mi sono divertito a leggere le centinaia e centinaia di commenti e prese di giro e pure io sono voluto intervenire. Ma la presa di giro qualche ulteriore spunto di riflessione lo merita.

Indubbiamente Pisa è la seconda città per importanza in Toscana per tutta una serie di motivi che è superfluo adesso andare ad elencare tanto sono palesi. Firenze questo lo ha sempre saputo e lo sa tuttora, anche se in questo caso il pensiero di tanti tifosi viola è andato e va direttamente alla nostra tifoseria, che purtroppo non è presente sui grandi palcoscenici nazionali da veramente troppo tempo: e siamo un caso più unico che raro.

Lo spunto che ne viene però è inevitabile: dopo lustri e lustri trascorsi ad affannarsi nelle categorie minori, tra un fallimento ed un altro, finalmente il sodalizio neroazzurro si è stabilizzato nella importantissima serie cadetta che, la già imminente prossima stagione, potrà tranquillamente essere definita una A2, vista le partecipanti e la loro ambizione e solidità economica.

Nonostante tutti questi lunghi anni di assenza dalla serie A a Pisa c’è ancora chi non riesce ad essere ambizioso e addirittura critica chi chiede la massima serie, volgendo sempre lo sguardo in basso e al passato, a dove eravamo fino a qualche anno fa.

Posso capire che l’intera generazione che è nata dopo la fine dell’era di Romeo possa accontentarsi, visto che non ha mai potuto vivere l’emozione di recarsi all’Olimpico o a San Siro da avversario. Ma tutti quelli che l’era Romeo l’hanno vissuta, loro proprio non li capisco. Oltre tutto abbiamo la società più forte ed organizzata dal 1909 ad oggi, e sarebbe vietato “chiedere” di puntare alla Serie A?

A Pisa questi lunghi trentadue anni, “ben riassunti” dallo striscione dei fiorentini, hanno purtroppo alimentato in tanti una totale mancanza di ambizione, che non mi trova per niente d’accordo. Per questo mi auguro che la nostra ottima Società, che dal suo arrivo di anno in anno ha fatto sempre meglio, punti senza mezzi termini alla promozione diretta, mantenendo l’organico che ha sfiorato la promozione ed intervenendo con acquisti mirati dove occorre.

Rimangano i migliori e i più motivati a riprovarci.

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