– Ilaria Clara Urciuoli –
È un mondo composito quello che troviamo nelle opere di Francesco Forconi, in arte Skim. Aerei di carta e barche, elmi e cuori, matite e fari, e ancora chiavi, corone, case, piramidi, tutte componenti vitali e dinamiche, dense nei loro colori netti: questi elementi sono moltitudine che dà forma all’io, come nel caso dell’“Autoritratto skimmato”, in cui la figura scomposta, frammentata in riquadri significanti, rimanda ai suoi componenti che insieme ci raccontano la storia di un ragazzo nato a Firenze nel 1985 che mette le ali alle matite per volare lontano. Danno forma all’io ma anche al tutto, a un mondo caotico e affollato dove il colore diventa necessità di tregua, ricerca di armonia.
Ed ecco dunque che sono proprio le tinte accattivanti, accostate in contrasti vivaci che riconducono ai cartoni, a rendere il quadro un gioco leggero di rimandi e richiami. Leggero tuttavia solo apparentemente perché è allo sguardo più attento che i messaggi si rivelano: “Mi piace nascondere”, dice lo stesso Skim che ingaggia con i suoi quadri una lotta contro il vedere e vivere superficiale. Fondamentale nella decodifica del messaggio lanciato è il titolo, talvolta allusivo, talvolta espressione più drammatica come in “E nonostante le bombe”, quadro in cui mani alzate e fantasmi di uomini rimbalzano segnali chiari di sofferenza e necessità di aprire gli occhi, tutti, anche quello che sulla piramide ancora resta chiuso.
Skim è riuscito in un obiettivo non semplice: arrivare a realizzare una personale in uno dei luoghi sacri di Firenze, Palazzo Medici Riccardi, la cui Galleria delle Carrozze ospiterà fino al fino al 26 settembre le sue opere (non solo quadri) tra cui due istallazioni site specific.
Buona la risposta della cittadinanza all’inaugurazione ieri della mostra che vuole indagare il linguaggio pittorico di Skim, dai primi lavori a quelli più consapevoli che lo hanno portato a essere una firma riconoscibile. Lungo il percorso curato da Simone Teschioni Gallo, dal titolo “Genesi –L’armonia del caos”, tanti i richiami e gli omaggi ai capolavori della pittura (Picasso, Modigliani, Vermeer, Leonardo) ai quali l’artista, formatosi attraverso studi di grafica pubblicitaria e poi presso la Scuola Internazionale di Comics, sembra approcciarsi con una naturalezza che sfocia talvolta in un’irriverenza non forzata e mai volgare.
Ilaria Clara Urciuoli