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Con Virgo per conoscere le storie che hanno cambiato l’universo

- Cultura
20 Agosto 2022

Guido Martinelli

Ancora Virgo protagonista in uno degli innumerevoli appuntamenti dell’estate cascinese organizzata dall’Assessorato alla Cultura di Cascina guidato da Bice Del Giudice. Alcuni giorni fa si è avuto modo di incontrare gli operatori di Virgo, l’importantissimo centro di onde gravitazionali presente nel territorio cascinese. Com’è risaputo Virgo è uno dei tre osservatori al mondo in grado di rivelare le onde gravitazionali, quei flebilissimi segnali cosmici che ci permettono di osservare straordinari fenomeni dell’universo profondo a distanze inimmaginabili dalla Terra, come la fusione di buchi neri o di stelle. Questo rivelatore è costituito da due lunghi bracci di tre chilometri distesi nella campagna tra Pisa e Cascina, dotati di tecnologie estremamente sofisticate, che consentono un continuo monitoraggio di segnali di altra natura, ad esempio sismici, atmosferici, legati agli ecosistemi naturali o di origine umana.

Virgo è stato costruito alla fine degli anni 90’ ed è ospitato all’interno di EGO, l’Osservatorio Gravitazionale Europeo, un’istituzione di ricerca internazionale finanziata da Italia, Francia e Paesi Bassi e una infrastruttura di ricerca di eccellenza unica in Europa. È stato necessario un secolo di ricerca e sviluppi tecnologici per arrivare alla scoperta nel 2015 delle onde, teorizzate per la prima volta all’inizio dello scorso secolo da Albert Einstein Per documentare tutto l’affascinante percorso che ha portato gli astronomi ad arrivare alla mirabolante scoperta dell’esistenza dei buchi neri l’Osservatorio Gravitazionale Europeo – Eco, in collaborazione con Comics and Science, ha ideato e messo in scena lo spettacolo “Le mappe del cosmo – Storie che hanno cambiato l’universo”.

Vincenzo Napolano

Nato da un’idea di Vincenzo Napolano, fisico responsabile dello staff comunicazione di EGO, e Giada Rossi componente dello staff, che ha curato la drammaturgia insieme all’attrice e autrice Diana Hopel, a sua volta interprete, in un ottimo duetto, con il collega Marco Sgarbi. Disegni di Gabriele Peddes. Lo spettacolo si è svolto nel bel giardino della Biblioteca Comunale di Cascina, per l’occasione completamente affollato di spettatori che hanno apprezzato molto la messa in scena tributando numerosi applausi finali. In questo modo è stato dimostrato, ancora una volta, quanto sia alto il desiderio di conoscenza tra le persone nonostante molti pensino o vogliano far passare il
messaggio contrario.

L’impianto drammaturgico della rappresentazione, vario e articolato con monologhi e dialoghi ottimi per tenere sempre desta l’attenzione dello spettatore, era incentrato sulle figure e l’opera di alcuni giganti dell’astronomia mondiale. I due ottimi attori sono partiti dalla figura dell’astrofisico statunitense E. Powell Hubble, la cui legge portò al concetto di universo in espansione, per continuare con la radiazione cosmica di fondo, scoperta dai fisici Penzias e Wilson e premiata con un Nobel: una prova del modello di Bing Bang.

Il racconto è andato quindi a toccare la bella storia umana e professionale dell’astronoma Vera Rubin, scopritrice della materia oscura dell’universo, nonché l’altro grande profilo dell’astrofisica inglese Jocelyn Bell, scopritrice, a sua volta, della prima pulsar, fino a concludersi con la narrazione della scoperta delle più recenti onde gravitazionali. Una interessante cavalcata che, con linguaggio semplice e non banale ma appropriato all’uditorio, ha permesso al pubblico di avvicinarsi a concetti affascinanti ma ostici per la maggior parte di persone, In questo modo si è anche potuto notare quanto sia stato difficile il cammino delle geniali scienziate presenti nel racconto all’interno di un mondo scientifico prettamente maschile nonché chiuso e pieno di pregiudizi verso il sesso opposto.

Grazie anche queste luminose figure di donne l’asfittico mondo scientifico si è aperto all’altra metà del cielo fino a prevedere, attualmente, il 33% di scienziate all’interno del progetto di Virgo, come già evidenziato in un precedente appuntamento

Alla fine della rappresentazione non potevo esimermi dall’avvicinare i superbi protagonisti della serata iniziando dalla bravissima attrice, che invito a presentarsi da sola…

“Mi chiamo Diana Hobel e sono un’attrice e autrice teatrale napoletana con cognome tedesco che vive a Trieste”.

Com’è finita qui con Virgo?

“Una delle coautrici del testo, Giada Rossi, aveva seguito un corso di Teatro e Scienza che avevo condotto per la Sissa (Società Internazionale di Studi Superiori) di Trieste qualche anno fa. Lei è stata presa a lavorare ad Ego e mi ha contattato perché loro cercavano qualcuno che li aiutasse a scrivere in forma teatrale alcuni episodi della scienza che abbiamo, così, messo giù insieme”.

Quanto è durato il lavoro di scrittura?
“Diciamo che è complessivamente durato un paio di mesi. Abbiamo debuttato lo scorso autunno al Festival della Scienza di Genova e l’abbiamo replicato a Trieste nell’ambito di una manifestazione organizzata proprio dalla Sissa, stasera qui, e speriamo di riproporlo ancora”.

L’assessore Bice Del Giudice

Quanto è durata la messa in scena?

“Il lavoro è stato soprattutto di scrittura poi, dato che con Marco Sgarbi avevo già lavorato con un pezzo su Margherita Hack e quindi avevo già un grande feeling sulla scena poiché anche quel pezzo rientrava nel genere del teatro di narrazione, siamo riusciti a metterlo su in maniera semplice e veloce dato che siamo già molto affini”.

Cosa ha imparato da questa esperienza?

“Ho imparato la costanza degli scienziati, la capacità di non scoraggiarsi mai e andare avanti”.

E di avere anche fortuna…

“Bravo, l’imprevisto che ti cambia le carte in tavola”.

 

La parola, ora, al protagonista maschile dello spettacolo, che invito a sua volta a presentarsi…

“Mi chiamo Marco Sgarbi, sono veneto di origine ma abito a Ferrara da tanti anni”.

Ha un cognome impegnativo…

“Certamente, ma è tipico della zona e facile da trovare. Lavoro nel teatro dagli inizi degli anni ’90 prima a livello amatoriale, e dal 2002 ho assunto la direzione artistica del Teatro Comunale di Occhiobello in provincia di Rovigo, mentre dal 2011 sono Direttore Organizzativo del teatro “Ferrara Off” che è un teatro da cento posti situato su un baluardo delle mura della città estense molto attivo. Tutti gli anni, per esempio, organizziamo un Festival che quest’anno è stato riconosciuto anche dal Ministero”.

Marco Sgarbi

Come si chiama?

“Si chiama “Festival Bonsai” e nasce dal microteatro, una forma di teatro proveniente dal Sudamerica che prevede spettacoli lunghi un quarto d’ora. Nell’edizione di quest’anno, la sesta, ne abbiamo inseriti anche di più lunghi.

La sua collega mi ha spiegato com’è nato questo progetto e la vostra partecipazione. Lei come valuta questa esperienza?

“Come nel caso dello spettacolo sulla Hack mi è piaciuta la scoperta di tutto questo mondo per me ignoto, e in qualità di attore la possibilità di riuscire a entrare dentro mondi che non conosco. È entusiasmante la caparbietà di questi personaggi che hanno lo sguardo rivolto verso le stelle e questo molto probabilmente li aiuta a non soffermarsi sulle difficoltà delle relazioni umane. Probabilmente guardando le stelle si ha una spinta diversa anche nella ricerca. Sono figure estremamente interessanti e credo che a livello divulgativo questo lavoro abbia un grande potenziale”.

Cosa ha imparato?

“Ho imparato la possibilità di non smettere di essere curiosi. A volte col tempo la curiosità si ferma, e così ho imparato a continuare a coltivarla”.

A seguire sono andato a disturbare il dottor Vincenzo Napolano, a cui ho chiesto com’è nata l’idea di questo spettacolo.

“L’idea è nata a Ego proprio perché la comunicazione della scienza non avviene solo attraverso l’importante divulgazione di contenuti ma è composta anche dalla comunicazione della passione delle persone. È importante sottolineare gli aspetti umani straordinari che ci sono dietro le scoperte scientifiche, quindi per fare questo avevamo bisogno di una drammaturga e abbiamo scelto Diana Hobel, avevamo bisogno di due attori di eccellenza come Diana e Marco, e con loro ragionare in modo diverso sulle storie delle grandi scoperte che hanno cambiato la nostra visione del mondo”.

Come pensate di muovervi con questo prodotto?

“A me piacerebbe molto replicarlo nelle scuole sia a Cascina sia probabilmente anche a Pisa e in giro per la Toscana e, magari, anche per l’Italia”.

Giada Rossi, Federica Gerini e Vincenzo Napolano (staff comunicazione Osservatorio Gravitazionale Europeo – EGO)

Avete già realizzato due repliche a Trieste e Genova…

“Secondo me il target delle scuole è decisivo perché apre la mente dei ragazzi su cosa voglia dire fare scienza ed essere scienziati”.

Concordo in pieno. Trovo che sia molto adatto a ragazzi, soprattutto di scuole superiori. Il prossimo progetto in cantiere qual è?

“Stiamo preparando cose molto particolari per la “Notte della ricerca” del 30 settembre. In quella data faremo cose speciali sia a Virgo sia a Pisa. Stiamo pensando anche ad alcune cose per i bambini”.

Dobbiamo restare assolutamente in contatto. A presto!

Non potevo non concludere con una massima di un artista come Bertolt Brecht che una volta disse una frase che trovo perfettamente in sintonia con la serata e tutta l’opera divulgativa di Virgo: “Scopo della scienza non è tanto di aprire le porte dell’infinito sapere, quanto quello di porre una barriera all’infinita ignoranza”. Preciso!

Marco Sgarbi e Diana Hobel

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