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Felice connubio arpa-flauto per il concerto finale della rassegna della Fanny Mendelssohn

- Cultura, Eventi, Tempo libero
6 Ottobre 2022

Jean Piaget, l’epistemologo svizzero non l’orologiaio, sosteneva che l’intelligenza è “la capacità di adattarsi ad adattarsi”, cioè si mostra dotato di un buon livello intellettivo colui che è in grado di riformulare subito una strategia quando una determinata situazione muta in modo inaspettato.

L’Associazione Fanny Mendelssohn, poche sera fa, al Palazzo Lanfranchi sul pisano Lungarno Galilei, sede anche del bellissimo Museo della Grafica, ha mostrato di essere composta da persone dotate di notevole acume. Il concerto finale di questa quarta edizione della Rassegna “Muse Contemporanee e Note D’Arte” prevedeva, infatti, l’esibizione di musicisti di valore internazionale come il violinista Davide Alogna e l’arpista Floraleda Sacchi per un concerto denominato “Corde nuove”. Un’improvvisa defezione da parte del grande violinista, nella mattinata del concerto, ha spinto l’associazione a non abbattersi e ad elaborare d’emblèe un piano alternativo.

Insieme all’arpista Floraleda Sacchi gli organizzatori hanno richiesto l’aiuto del flautista Marco Carbotta, musicista di fama internazionale con cui lei si era già esibita, che ha accettato di partecipare. In poche ore il duo è stato in grado di elaborare una nuova strategia musicale frutto del connubio arpa-flauto che, all’atto pratico, non ha deluso il pubblico presente, come sempre, al massimo delle disponibilità, nella stupenda sala del Palazzo.

Il nuovo programma elaborato nella giornata ha attinto al classico repertorio di una simile collaborazione tra fiato e tocco con noti brani come “Danza degli spiriti beati “dall’”Orpheus” di Gluck; “Greensleeves”, arr.di Fleury; “Sonata per flauto e arpa”, Andante e Variazione sul “Tancredi” di G. Donizetti; “Asturias” di Albeniz; “Borne” intermezzo e “Habanera” dalla Carmen di Bizet; “Syrinx” di Bizet; “Entr’acte” di Ibert.

L’ottimo flautista ha reso omaggio anche a Severino Gazzelloni, compositore e soprattutto celeberrimo flautista del secondo dopoguerra, non a caso soprannominato “flauto d’oro”, che ha contribuito alla riscoperta nostrana del flauto fino alla scomparsa avvenuta proprio trent’anni fa. Infatti, uno dei bis è stato il “Tema di Lara”, tratto dalla colonna sonora di ”Scipione detto anche l’Africano” di Luigi Magni, e di cui il virtuoso flautista curò l’intera colonna sonora solo col suo strumento. Anche l’altro bis è stato un brano di una colonna sonora, ovvero il noto e struggente tema amoroso di “Nuovo Cinema Paradiso” del grande Ennio Morricone.

Serata, quindi, riuscita e apprezzata da tutti i presenti che avrà senza dubbio reso fiera la musa Euterpe per il bel servizio reso all’arte che lei protegge, nonostante l’imprevisto; d’altronde, quando c’è l’intelligenza c’è tutto, ah no, quella è la salute, ma il ragionamento fila ugualmente. Infatti, niente è stato perduto e anzi, al contrario, si sono potute ascoltare splendide sonorità e giri armonici struggenti e intensi, inaspettati al pubblico solo fino a poche ore prima che le note risuonassero nelle sale onuste di storia del palazzo.

La serata sarà senza dubbio ricordata anche per la bella visita guidata, precedente il concerto, delle mostre presenti nell’elegante Palazzo Lanfranchi, ristrutturato nella prima metà del cinquecento che, dal 2007 integra, a livelli di eccellenza, il sistema museale cittadino. Infatti, proprio da quindici anni, per volere del comune pisano, vi è nato il Museo della Grafica che ospita attualmente sia una interessante e innovativa mostra sul Gioco del Golf denominata “Golf is art”, sia ben tre su Dante Alighieri.

Quest’ultime sono: “Il trittico del centenario” (Leonardo 1919, Raffaello 1920, Dante 1921); “Una commedia divina” con le edizioni dantesche della Biblioteca Universitaria e della Scuola Normale Superiore; “L’Inferno”, comprendente gli stupendi dipinti di Claudio Sacchi. Degna di nota è questa esposizione che rende giustamente omaggio a questo pittore di assoluto livello internazionale nato a Pesaro ma attualmente residente a Firenze, dotato di un notevole virtuosismo tecnico particolarmente evidente in questi quadri incentrati sulla prima cantica della gigantesca opera dantesca.

Le mostre sono state illustrate anche dalla Presidente del Museo, Virginia Mancini, e dal direttore Scientifico Alessandro Tosi, presenti al pari dell’assessore pisano al Turismo Paolo Pesciatini. Quest’ultimo ha ringraziato la direttrice Artistica Sandra Landini e tutti i componenti della Fanny per l’ennesima stupenda rassegna portata a termine con grande affluenza e notevole gradimento da parte del pubblico. Landini ha dato appuntamento a tutti al 3 marzo 2023, quando ripartirà l’ennesima rassegna che, stavolta, toccherà anche località nuove come Cascina e Torre del Lago.

Una menzione doverosa al fotografo Alessio Alessi che, come tutti gli anni, ha ben documentato con i suoi scatti le stupende esibizioni dei prestigiosi musicisti esibitisi nelle varie location. Arrivederci, quindi, alla prossima avventura musicale di questa ottima associazione che attendiamo fiduciosi e senza soffrire di solitudine perché, parafrasando una frase della grande cantante Mina, la musica “bella o brutta, seria o ignorante, santa o meno, non ti abbandona mai. È il rumore dell’anima. E ti si attacca alla pelle a al cuore per non lasciarti”.

Guido Martinelli

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