Della vergogna di Coltano abbiamo parlato anche noi de L’Arno.it, con un bellissimo racconto di Piero Pierotti (leggi qui). Di recente il desolante degrado della struttura dove Guglielmo Marconi realizzò alcuni dei suoi esperimenti più importanti sulle trasmissioni radio è stato portato all’attenzione nazionale, grazie al programma Agorà (Raitre) e poi al Tg1. A seguire se ne sono occupati anche i giornali locali (qui l’inchiesta de il Tirreno). Ora anche il Corriere della sera, sul proprio sito internet, accende i riflettori sullo scempio. Probabilmente non c’è mai stata un’attenzione mediatica così grande verso la Stazione Marconi di Coltano.
A pensarci bene forse ci fu. “Al momento della sua entrata in servizio, nel 1911, oltre ad essere la prima in Italia –racconta il professor Filippo Giannetti – venne salutata dal New York Times come la più potente al mondo, riuscendo a coprire con il proprio segnale circa un sesto della superficie terrestre. Fu inoltre la prima stazione ad inviare un segnale in grado di oltrepassare l’intero deserto del Sahara raggiungendo Massaua, in Eritrea. Infine, è stato attraverso la stazione di Coltano che, dal suo ufficio a Roma, Marconi accese le luci della gigantesca statua Cristo a Rio de Janeiro, il 12 ottobre 1931, in occasione delle celebrazioni per i 439 anni della scoperta dell’America”. Ma col passare degli anni ci siamo dimenticati di tutto questo e la vecchia stazione radio è andata in malora.
Decenni di degrado e molte denunce. Poi finalmente qualcosa si è mosso. Lo scorso 14 dicembre è stato firmato l’atto di concessione con cui il Demanio (proprietario) trasferisce per due anni il complesso al Comune di Pisa, che si è impegnato a bonificare l’area e mettere in sicurezza la struttura, realizzando al contempo un progetto per la realizzazione del museo. Serviranno almeno due milioni di euro, stanziati da Regione Toscana e Comune.
La signora Elettra Marconi, figlia del grande scienziato, che da anni si batte per restituire dignità a quel luogo, e di conseguenza alla memoria di suo padre, ora non ci crede più: “Sono state fatte tante promesse, sono ormai delusa e sfiduciata”. E, pensate un po’, si accontenterebbe di una lapide: “Rimettete almeno una targa per ricordare la stazione radiotelegrafica di Coltano”. No, cara signora. Comprendiamo il suo stato d’animo e la sua frustrazione, ma una lapide non basta. Quel luogo va riportato al suo antico splendore, con un museo e, perché no, aule studio e per conferenze. Vogliamo che la Stazione Marconi diventi più bella di prima. Lo dobbiamo alla storia della scienza e alla memoria del grande Guglielmo Marconi. Ma lo dobbiamo, in primo luogo, a noi stessi.
Una ricostruzione in 3D della Stazione Radio Marconi
Un documentario sul centro radio di Coltano
Alberto Angela racconta la scoperta di Marconi