Stendiamo un velo pietoso sulle modalità con cui le forze politiche hanno scelto i candidati che, qualora eletti, andranno a rappresentare il territorio pisano in Parlamento. Il territorio e le indicazioni dei cittadini (e della cosiddetta “base”) ormai non contano più nulla, salvo rarissime eccezioni. Giudicheremo a tempo debito il lavoro dei futuri parlamentari e il loro impegno per il collegio che andranno a rappresentare.
La cosa che più ci fa arrabbiare è un’altra. Alla fine di gennaio non sappiamo ancora chi si candiderà per la poltrona di sindaco di Pisa. Quasi che ricoprire questa carica sia un ripiego, una cosa da nulla, una rottura di scatole da prendere in considerazione solo come contentino, o premio di consolazione che dir si voglia. Ma è possibile snobbare così una città?
Ci sarebbe piaciuto iniziare l’anno con una campagna elettorale scoppiettante, con le orecchie ben aperte per ascoltare idee e proposte dei candidati. Invece ancora nulla. Siamo bloccati nelle sabbie mobili della politica. Tutto fermo. La priorità (di tutte le forze politiche) era riempire le caselle delle candidature in vista del 4 marzo. Tutto il resto, dunque, è passato in secondo piano.
Ma torniamo alla corsa per Palazzo Gambacorti. Qualcuno ha fatto chiaramente sapere che non è interessato a correre (l’ex deputato del Pd Federico Gelli), anche se proveranno a convincerlo a ripensarci. Persona valida, non ci sono dubbi. Ma uno che ha già detto “no grazie” (avrebbe voluto continuare a fare il deputato, ma non è stato ricandidato) partirebbe con il piede sbagliato. Qualcuno vorrebbe candidarsi: l’assessore ai lavori pubblici Andrea Serfogli. Ma il Pd non ci sente. Vuole evitare le primarie, chieste da Serfogli, perché le considera divisive e pericolose (anche se è proprio dalle primarie che è nato Renzi). Liberi e Uguali, con la regia dell’ex sindaco Paolo Fontanelli, spinge per una candidatura unitaria, che tanga insieme tutta la sinistra. Lo spauracchio è il ripetersi dell’ecatombe di Cascina, dove il Comune dopo 70 anni è stato espugnato dalla candidata della Lega Susanna Ceccardi.
Nel centrodestra siamo ancora in alto mare, anche se Forza Italia vorrebbe un proprio uomo, o comunque non cedere troppo facilmente la candidatura alla Lega. E il Movimento Cinque Stelle, che in Toscana già governa Livorno e Carrara? Deciderà tra due nomi, Gabriele Amore e Giulio Lisanti (la scelta verrà fatta dagli iscritti attraverso la piattaforma internet Rousseau del M5S).
C’è anche chi si è già presentato come candidato sindaco, anche se non appartiene agli schieramenti principali: Antonio Veronese (Patto civico), Maria Chiara Zippel, candidata della lista civica “Pisa libera e sicura”, Veronica Marianelli (Psi).
Molto probabile, oseremmo dire scontato, visti i recenti sondaggi, che per eleggere il nuovo sindaco si vada al ballottaggio. Proprio per questo ci piacerebbe vedere una bella campagna elettorale, condita da serie e attente analisi dei problemi della città e possibili soluzioni. Non solo demagogia e slogan. Chiediamo troppo? No. Pisa lo merita. E soprattutto merita qualcuno che muoia dalla voglia di fare il sindaco.