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Pitti e i cinquecento anni di Eleonora di Toledo

- Cultura
11 Febbraio 2023

Ilaria Clara Urciuoli

Una donna brillante e intraprendente, capace di far fruttare la ricca dote che porta al marito duca, una donna emblema di bellezza, raffinatezza, eleganza, una donna amante dell’arte e grande protagonista del ‘500 fiorentino: questo è Eleonora di Toledo, spagnola di nascita, prima napoletana e poi fiorentina di adozione, che in questo 2023, in occasione del cinquecentenario dalla sua nascita, riceve i dovuti plausi da Firenze, la città che lei stessa ha contribuito a rendere unica.

Sono le Gallerie degli Uffizi a realizzare negli spazi del Tesoro dei Granduca di Palazzo Pitti una mostra a lei dedicata visibile fino al 14 maggio che attraverso dipinti, sculture, disegni, antichi abiti di lusso e gioielli fa riecheggiare in quelle stanze (che la voce della duchessa ben conoscono) la presenza di questa donna-manager d’altri tempi che nel 1539, a diciassette, arriva a Firenze, promessa in sposa per volontà dell’imperatore Carlo V al secondo Duca di Toscana, il giovane Cosimo I de Medici. Grazie alla sua formazione, alla sensibilità e all’acume che la contraddistinguono riuscirà ben presto a trovare anche qui una sua identità, un’identità di spicco dopo una giovinezza tutt’altro che banale vissuta a Napoli, dove suo padre è viceré.

Fervida credente, stringe forti legami con i francescani e con i membri del nuovo ordine dei gesuiti (che supporta nella realizzazione della chiesa di San Giovannino); aiuta gli ebrei che, colpiti da decreti di espulsione tanto in Spagna quanto a Napoli, ospita in Toscana per poi affidarli, quando non è più possibile tenerli presso di sé, alle altrui cure; è anche capace di ricevere sultani mussulmani in cerca di appoggi nel mondo cristiano.

Politicamente abile sa sostituire durante le assenze il suo consorte ed è lei a volere e ad acquistare Palazzo Pitti e i Giardini di Boboli, spostando la residenza familiare da Palazzo della Signoria (che pure porta nelle sue decorazioni il segno di quella presenza femminile) a questa sontuosa reggia che più volte nella storia sarà presa come modello d’architettura.

Tra gli oltre cento oggetti che fanno parte dell’esposizione sicuramente riveste un ruolo di spicco il ritratto realizzato dal Bronzino, capolavoro rinascimentale che esalta il gusto di questa nobildonna attraverso la ricchezza dei particolari delle stoffe e dei gioielli da lei indossati (si noti la cinta d’oro realizzata da Benvenuto Cellini). Non a caso sarà lei, in quegli anni e dopo, a dettare la moda.

Ilaria Clara Urciuoli

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Un fiume unisce la Toscana e rappresenta il modo di vivere forte e intraprendente del suo popolo. L'Arno.it desidera raccontarlo con le sue storie, fatiche, sofferenze, gioie e speranze. Senza dimenticare i molti toscani che vivono lontani, o all'estero, ma hanno sempre nel cuore la loro meravigliosa terra.

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