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Perché Pisa ha intitolato una rotonda al professor Giulio Soldani

- Cronaca
16 Marzo 2023

Chi percorre il Lungarno Gabriele D’Annunzio da Pisa verso Marina di Pisa, oppure arrivando da San Piero a Grado, si imbatte nella grande rotatoria che unisce il lungarno con via Deodato Orlandi e trova un nuovo cartello che la intitola a Giulio Soldani (1943-2011). Chi era il professor Soldani e cosa ha rappresentato per Pisa tanto da essere ricordato in questo modo? Ne ha descritto bene la figura e l’impegno professionale e sociale il sottosegretario alla presidenza del Consiglio dei Ministri Alfredo Mantovano, intervenuto alla cerimonia di intitolazione: “Una guida che è riuscita a fare una sintesi esemplare tra il rigore scientifico e professionale e l’impegno in difesa soprattutto dei più giovani. Oggi il fronte delle dipendenze è molto ampio e variegato (…), ma ha, nelle sostanze stupefacenti il punto di maggiore debolezza che coinvolge tanti. (…)”.

“Il lavoro che, nel corso dei decenni, ha svolto Giulio Soldani – ha aggiunto Mantovano, che per il governo ha la delega in materia di politiche antidroga – è stato di chiarificazione, di approfondimento, di svelamento dei luoghi comuni che ancora oggi non scompaiono, ma vanno contrastati sul piano scientifico: la cannabis non fa male; è una sostanza ludico ricreativa; dove è stata liberalizzata non ha provocato conseguenze negative. Queste affermazioni sono stupidaggini che continuiamo a sentire e a veder rilanciate e che possono essere adeguatamente contrastate solo partendo da un rigoroso dato scientifico, quello cui Giulio faceva particolare attenzione”.

Giulio Soldani negli Usa

“Ma non era soltanto l’approfondimento scientifico – ha aggiunto il sottosegretario – ad esso si affiancava il coraggio e l’impegno civile soprattutto in una zona e in un ambiente che non erano particolarmente omogenei, per usare un eufemismo. Per contrastare quel degrado di cui la droga è uno degli strumenti più funzionali, serve il rigore scientifico, l’approfondimento del dato farmacologico, ma serve qualcosa di più. Quel di più che Giulio Soldani aveva perché, alla fine, ciò che segna la linea di confine tra i sostenitori della legalizzazione e i sostenitori di una esistenza libera, non è la quantità di sostanze in milligrammi in più o in meno, la quantità di principio attivo, ma è come si intendono due parole chiave che connotano la nostra esistenza: libertà e responsabilità”.

“Per quanti ancora sono ‘sessantottini‘ – ha concluso Mantovano – la libertà è fare tutto quello che si vuole e tutto questo fa scomparire all’orizzonte la responsabilità. È difficile esserlo dopo aver assunto delle sostanze stupefacenti e purtroppo, la cronaca quotidiana ce lo attesta. Per chi si muove in una prospettiva diversa, come ha fatto e come ha insegnato per decenni Giulio Soldani, la libertà non è qualcosa di fine a se stesso, ma lo strumento che ti permette di fare scelte responsabili. E chi ha incarnato questo nella propria vita non può che essere ricordato come esempio e che questo esempio sia oggi scritto in una targa che tutti vedranno e che gli permetterà di essere esemplare e dare quegli insegnamenti di vita che hanno fatto bene a tutti noi”.

Di recente il sottosegretario Mantovano, intervenendo a Vienna ai lavori della 66^ sessione della Commissione Stupefacenti delle Nazioni Unite, ha illustrato la posizione del governo sul tema droghe, molto vicina a quella espressa per anni dal professor Soldani.

Ma torniamo alla cerimonia di inaugurazione della rotonda. Il sindaco di Pisa, Michele Conti, ha tratteggiato la figura di Soldani sottolineando l’importanza dell’intitolazione proprio di questa rotatoria, che porta anche alla Facoltà di Medicina Veterinaria, dove Soldani insegnava e “che contribuì a far crescere e diventare punto di riferimento internazionale”.

Non potevano mancare le parole dell’Università attraverso il prorettore, professor Marco Macchia, con la stima verso l’uomo, il maestro, ma soprattutto lo scienziato con le sue intuizioni specialmente nel campo della farmacologia umana e veterinaria e l’attenzione alla salute degli animali che si evidenziò in uno speciale protocollo per il Palio di Siena e poi di Fucecchio a tutela dei cavalli di queste importanti manifestazioni che è ancora in vigore e dove il ricordo di Soldani è vivo. Soldani che aveva ricevuto l’Ordine del Cherubino, la più alta onorificenza dell’Università di Pisa, conferitogli quando era rettore Luciano Modica, ed era stato membro esperto del Consiglio Superiore di Sanità per sei anni.

Corrado Galluzzi, dell’Associazione “Gruppo Il Ponte” che fortemente ha voluto questa intitolazione, ha ricordato l’impegno del prof. Soldani verso i giovani portando nelle scuole una informazione scientifica di alto livello contro la droga. L’uomo e lo studioso di livello internazionale sono stati descritti dal figlio Federico, medico come il padre, che, ha ricordato anche alcuni episodi di vita familiare, con la moglie del professore, Letizia Sicari, e le altre tre figlie, Emanuela, Maria Elisa e Maria Teresa.

Federico Soldani ha sottolineato le collaborazioni internazionali del padre Giulio con l’università del Minnesota sino dagli anni ’80 – con i professori David Brown e Laura Mauro – e dove fu inviato anche per l’installazione del rettore nel 2003 a rappresentare l’Università di Pisa. Poi le collaborazioni internazionali con l’Università di Tolosa, con il professor Yves Ruckebush, quella di Lione e con l’Inserm (Institut national de la santé et de la recherche médicale) a Parigi, col professor Jean-Charles Schwartz e con l’Università di Montréal in Canada. In Africa con la cooperazione internazionale negli anni ’70, in particolare in Somalia all’Università di Mogadiscio e più tardi in Senegal a Dakar per diversi anni.

Soldani era stato chiamato anche in Senato in qualità di esperto presso la commissione permanente di Igiene e Sanità al riguardo dei disegni di legge sulle droghe quali la cannabis. Guidò anche un gruppo di ricerca presso il centro di eccellenza AmbiSEN (Ambiente, Sistema Endocrino e Nervoso) del professor Aldo Pinchera, un centro per sua natura interdisciplinare. Proprio una dimensione, quella dell’interdisciplinarietà, che lo contraddistingueva.

Andrea Bartelloni

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Un fiume unisce la Toscana e rappresenta il modo di vivere forte e intraprendente del suo popolo. L'Arno.it desidera raccontarlo con le sue storie, fatiche, sofferenze, gioie e speranze. Senza dimenticare i molti toscani che vivono lontani, o all'estero, ma hanno sempre nel cuore la loro meravigliosa terra.

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