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Solidarietà a chilometri zero: i 15 anni del Centro San Marco a Pisa

- Cronaca
22 Aprile 2023

Lucca Bocci

Si fa un gran parlare di solidarietà, di grandi ideali, di aiutare il prossimo ma gli obiettivi sembrano sempre troppo grandi per essere compresi fino in fondo. Il futuro del pianeta, intere generazioni, lo stesso futuro dell’umanità, obiettivi enormi, incommensurabili che suscitano passioni tanto intense quanto poco razionali. Mentre si guarda alla luna, amplissimi tratti delle nostre città scivolano nel disagio senza che nessuno alzi un solo sopracciglio. Eppure, tra le mille charities che sembrano fatte apposta per andare in televisione promettendo mari e monti, ci sono anche realtà che preferiscono rimanere coi piedi ben piantati per terra e cambiare le vite di chi ci sta vicino, una alla volta. Da 15 anni una realtà si è fatta strada a Pisa, un’associazione che col tempo si è costruita una rete di rapporti importanti, cambiando il territorio in maniera tanto pratica quanto metodica.

Per celebrare questo traguardo e, allo stesso tempo, guardare al futuro e ai prossimi passi della propria crescita, il Centro San Marco ha organizzato giovedì 20 aprile nel Salone Storico della Stazione Leopolda di Pisa un evento-spettacolo per fare festa e dare il via ad una campagna di raccolta fondi dagli obiettivi allo stesso tempo molto tangibili ed ambiziosi. Sono stato ben lieto di contribuire in piccola parte a questo evento, conducendo la serata ed avendo l’occasione di vedere come lavori il Centro dietro le quinte. La presidentessa Paola Viegi e gli altri volontari non hanno lasciato niente al caso, scegliendo un orario insolito, le 16.30, per essere sicuri che i bambini che partecipano ai laboratori creativi organizzati dal Centro fossero in grado di intervenire.

Non capita tutti i giorni di vedere una platea dall’età media così bassa in un evento che non coinvolga influencers o personalità televisive. Il lavoro sul territorio non è certo passato inosservato, come testimonia la presenza di personalità istituzionali che, nonostante l’orario, non hanno voluto mancare: dal presidente della Società della Salute e sindaco di San Giuliano Terme Sergio di Maio al padrone di casa, il sindaco di Pisa Michele Conti, che hanno tessuto le lodi di questa realtà che invece di perdersi in voli pindarici preferisce porsi obiettivi molto più pratici.

Lo spettacolo fornito dal Centro, infatti, era simile al loro approccio alla solidarietà, a chilometri zero. Per animare la serata, infatti, sono intervenuti alcuni attori di una realtà ben nota in ambito pisano, il Gruppo Teatrale Il Canovaccio, che per molti anni è stata presenza costante nel quartiere di Porta Fiorentina. Condotti da Giuseppe Raimo, attore, regista e scenografo, assistiti da arredi di scena molto essenziali, gli attori del gruppo hanno messo in scena due corti, parte dello spettacolo “Rapporti a tutto tondo” che stanno portando in varie realtà toscane. Queste pieces scarne, rese ancora più asciutto dalla sede particolare, sono state comunque un modo per far conoscere questa realtà che dal 1990 tiene viva la tradizione del teatro amatoriale pisano. Spazio poi ad un’altra delle anime meno conosciute della città della Torre, la vivace scena jazz, rappresentata da un duo d’eccezione, il chitarrista Max Amazio e uno dei veterani della scena toscana come il contrabbassista Rossano Gasperini. Se il teatro è già visto come “ostico”, proporre questa musica notoriamente di nicchia ad un pubblico così giovane è stata una scommessa interessante. Invece dei soliti standard, c’era spazio per versioni jazz di pezzi più conosciuti, da Sting a Pino Daniele, resi ancora più particolari dall’arrangiamento scarno, con virtuosismi contenuti in un pacchetto più digeribile ad un pubblico di non iniziati.

Poco spazio per i discorsi politici, per le dichiarazioni d’intenti, meglio mostrare in maniera tangibile gli effetti del lavoro svolto, come le opere dei bambini impegnati nei laboratori di ceramica organizzati dal centro, una delle iniziative portate avanti in questi anni per ricucire i troppi spazi nel tessuto sociale di questo quartiere che è stato colpito più di altri dalla crisi. Doveva essere una festa e festa è stata, grazie all’aiuto degli studenti dell’Istituto Alberghiero Matteotti che hanno gestito il buffet finale ed aiutato nella raccolta fondi. Certo, organizzato in un altro orario l’evento avrebbe potuto raccogliere più denaro da reinvestire nei laboratori o nel fornire assistenza diretta alle tante famiglie in difficoltà ma forse è stato meglio così. Ci sarà tempo e spazio per altri eventi più mirati: lo scopo giovedì era quello di festeggiare i 15 anni di lavoro, offrire una serata diversa ai bambini e alle loro famiglie per poi ripartire il giorno dopo, un passo dietro l’altro.

La raccolta fondi, comunque, è ancora aperta. I soldi raccolti saranno subito reinvestiti in servizi per la comunità ed attività dirette a chi, per ragioni economiche o perché rimasto solo, sta faticando a tenere il passo. E questo, in fondo, è il più grande risultato dell’azione del Centro San Marco: offrire un’ancora a chi rischia di perdersi, ricreare il tessuto sociale che, una volta, era la forza delle nostre città. Complimenti quindi a Paola Viegi, ai tanti volontari del Centro e in bocca al lupo per le prossime iniziative.

Luca Bocci e Paola Viegi

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