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Un finale partita che fa male più di un pugno

- Pisa calcio, Pisani al nord
10 Marzo 2018

Stavolta il Pisa è sceso in campo. E rispetto al clamoroso flop con il Gavorrano si è vista la reazione in termini di gioco. Purtroppo, però, nel secondo tempo, in vantaggio di un gol, inspiegabilmente si è spenta la luce ed è subentrata la paura. Così l’Alessandria ha preso il sopravvento e, al quarto minuto di recupero, quando mancava un minuto alla fine, ha pareggiato. Un punto in tre partite: bilancio amarissimo. E pensare che coi tre punti saremmo rimasti a quattro lunghezze dalla capolista Livorno, che oggi è tornata a vincere. Vediamo il commento dei “pisani al Nord“.

“I giocatori sono forti – osserva Roberto Bassi – e sono loro che determinano la partita. Hanno fatto un buon primo tempo grazie anche alla crescita di Ferrante e Lisi e con un gran Gucher, ma frutto più delle loro capacità che dell’organizzazione. Poi siamo calati e abbiamo regalato campo. Quel contropiede preso a 5 minuti dalla fine col salvataggio di Mannini la dice lunga sulla mancanza di un bravo tecnico”.

“Nel primo tempo abbiamo dominato la partita – osserva Lorenzo Gioli –  attaccando benissimo gli spazi e mettendo in difficoltà più volte l’Alessandria. Ottimi Lisuzzo, Gucher. Mi è piaciuto molto Di Quinzio, un moto perpetuo finché non è uscito. Bravissimo Lisi, veramente un ottimo passo il suo. Nel secondo tempo ci è scattato nella mente il problema di vincere la partita. Probabilmente hanno pensato: “Stiamo vincendo, bisogna mantenere il risultato o addirittura farne un altro”. Ma ci siamo bloccati e l’Alessandria ha preso campo per tutto il secondo tempo, giocando molto meglio di noi. Eusepi è entrato e si è mangiato alcuni gol davanti alla porta. Poi, purtroppo, con un calcio piazzato, disastro di Filippini e Sabotic sul colpo di testa e Petkovic era fuori posizione, copriva il primo palo che era già coperto. Pazienza, pazienza proprio…”.

“La partita ha confermato i limiti della squadra”, osserva con amarezza Federico. “Buona squadra che non riesce a fare il salto di qualità per colpa dei giocatori e di chi li ha scelti e li guida. Speriamo che imparino qualcosa da questi errori. L’unico obiettivo che dobbiamo avere è quello di arrivare in forma ai playoff e magari avere un po’ di fortuna”.

“Un Pisa con un atteggiamento tattico da trasferta – commenta Massimiliano Manzi – pareggia in casa. Troviamo un gol nel primo tempo e nell’avanzare della partita soffriamo l’Alessandria padrona del centrocampo. Le nostre sono ripartenze in contropiede, tipiche di chi gioca in trasferta. Una partita giocata prevalentemente di testa, con palloni alti e cross, che hanno fatto scaturire i due gol. Pare anche bella la parata di Petkovic, che a metà del secondo tempo alza i piedi da terra nell’andare a impattare con le mani una palla che gli arriva ad altezza faccia. Di portieri il Pisa ne ha avuti tanti, vedi Nista, Grudina, Mannini… a mio parere Petkovic non sarà mai ricordato come uno di loro, ma come chi, malgrado i due metri di altezza, esce di pugno, evita il pallone e stiocca una puntata a De Vitis. Un ko degno di Muhammad Ali. Partita finita. Che dire… l’Alessandria ci crede, noi ci credevamo…”

Davide Metta la vede meno nera degli altri tifosi: “A parte gli ultimi 20-25 minuti, in cui ci siamo chiusi troppo in difesa, avremmo potuto anche portare a casa la vittoria. E comunque avevamo di fronte una squadra che non perdeva da 10 giornate. L’Alessandria, a parte la paratona di Petkovic, in pratica non ha mai tirato in porta. Peccato non essere riusciti a tenere la palla come avremmo dovuto, invece abbiamo regalato loro troppi palloni”.

“La partita è iniziata subito con un gran colpo di testa dell’Alessandria vicinissimo al gol e il Pisa con un bel tiro di Ferrante – sintetizza Alessio Forconi -. Il Pisa poi è cresciuto, con qualche sprazzo di bel gioco e triangolazioni. Nel secondo tempo siamo stati spesso relegati in difesa, rilanciando in avanti i palloni come si fa nel rugby. Un clamoroso errore in attacco ci ha impedito di chiudere la partita. E la vecchia regola del calcio si è ripetuta: chi sbaglia paga. Uno a uno e delusione finale per tutta Pisa”.

“I giocatori sono tutti buoni – sottolinea Salvatore Ciotta – perché la maggior parte di loro ha giocato in Serie B. Il tecnico non sa mettere in campo la squadra. Così non si può andare da nessuna parte. Non si può neanche pensare di vincere sempre tutte le partite 1-0, perché poi ti può capitare di beccare il gol nel finale. O segni, come fa il Livorno, o anche il Siena, oppure non si va proprio da nessuna parte. E quando dovrai incrociare le squadre del girone C saranno dolori, perché Catania, Trapani o Lecce hanno reparti offensivi molto più forti del nostro”.

Francesco Fasulo ammette di non aver visto la partita: “L’ho solo sentita, sintonizzato su Eleven Sports, perché stavo lavorando. Non abbiamo le p… Loro hanno giocato 125 minuti contro il Pontedera e hanno fatto gol al 94′. Secondo me questo è un indizio abbastanza dirimente rispetto alla questione. Lasciamo perdere gli errori dei singoli su ceti episodi, ormai è un ripetersi stucchevole di situazioni e commenti successivi alla partita che non portano a niente di buono. Una cosa che sto pensando è che forse a questo punto forse si staranno preparando per i playoff (spero), da un punto di vista atletico. E chiude con una simpatica provocazione: “Senza i punti persi dopo il 90° saremmo già su una spiaggia di Cuba insieme ai giocatori e lasceremmo giocare la Primavera perché avremmo già vinto il campionato da un pezzo”.

 

 

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Un fiume unisce la Toscana e rappresenta il modo di vivere forte e intraprendente del suo popolo. L'Arno.it desidera raccontarlo con le sue storie, fatiche, sofferenze, gioie e speranze. Senza dimenticare i molti toscani che vivono lontani, o all'estero, ma hanno sempre nel cuore la loro meravigliosa terra.

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