– Andrea Cosimi –
Il punto, la prestazione superlativa di Marin, un buon Mlakar nel suo ruolo, il ricordo indelebile di Romeo e una Arena più “vibrante”. Queste le sole note positive di ieri contro un Como che probabilmente centrerà un piazzamento playoff. Scontate invece quelle negative, a partire dalla solita imbarazzante topica difensiva che ha agevolato il vantaggio lariano: non voglio credere che Aquilani, Giovanni Corrado e Stefanelli non si siano ancora resi conto degli errori commessi nel mercato estivo, non può essere possibile. Per cui mi aspetto rinforzi entro l’Epifania e qualche conseguente cessione “illustre”.
In mezzo manca, è ormai evidente, una alternativa a Marin, cui bisogna augurare tanta salute, perché in organico non ci sono sostituti che possano garantire lo stesso preziosissimo lavoro che il rumeno svolge.
Sul settore offensivo ci ha pensato venerdì Aquilani, nella conferenza stampa pre-partita, a “demolire” coloro che, con enorme superficialità, hanno sostenuto fino a quel momento che il Mister non volesse una prima punta: da inizio settembre sostengo e ribadisco che la rosa è incompleta e necessita anche di una punta centrale e, o “esplode” Gliozzi o saranno dolori. Ma è in ogni caso di vitale importanza cercare un centravanti sul mercato.
La classifica rimane brutta e inquietante, ma dalle prossime sette giornate dobbiamo cercare di tirar fuori almeno 12/14 punti per girare ad una quota che permetta di affrontare poi il girone di ritorno con maggiore tranquillità.
Ovviamente Aquilani sarà chiamato a fare la sua parte pretendendo quei rinforzi congeniali al suo credo calcistico e la Società sarà tenuta ad un mercato importante, in entrata ma anche in uscita.
Intanto mi permetto di dare un consiglio ai vertici societari: forse sarebbe auspicabile dialogare in modo diverso con la Piazza. In tal senso potrebbe essere utile andarsi a rivedere come si poneva e cosa si inventava il grande Romeo anche nei momenti più difficili. Perché qui c’è una categoria assolutamente da salvare, con buona pace di chi pensa il contrario, e lo si fa si tutti insieme, ma anche rivedendo le proprie posizioni, se ci si accorge che generano freddezza e contestazione.