Il sesto appuntamento della stagione teatrale del Verdi di Pisa, rimandato per indisponibilità degli attori, ha visto l’onusto palco ospitare un sentito omaggio all’opera letteraria di Kent Haruf “Le nostre anime di notte”. L’apprezzato scrittore americano (1943-2014) è conosciuto per la fortunata “Trilogia della Pianura” ambientata ad Holt, immaginaria cittadina del Colorado, in cui si svolge anche questa vicenda uscita postuma.
La vicenda parla di due anziani vedovi ultrassettantenni, Addie Moore e Louis Waters, abitanti della cittadina di Holt e resi alla perfezione dalle ottime interpretazioni di Lella Costa ed Elia Schilton. I due vedono la loro esistenza, fino ad allora solitaria e vuota, mutata dalla proposta della donna all’uomo: ”Vuoi passare la notte con me?”. La richiesta non ha finalità erotiche bensì mira alla ricerca di intimità perduta e ritrovata grazie ai racconti al buio delle loro reciproche vite coniugali precedenti, opinioni e preferenze, storielle varie.
Ne scaturisce una liason, tenera e sempre più solida, che non può non destare scandalo tra i loro concittadini e arrivare a suscitare lo sdegno del figlio di lei. Opponendosi a questo tenero legame con motivazioni moralistiche e grettezza d’animo, il rampollo di Adde riesce ad separare i due anziani e a condannarli all’infelicità.
Questa non lunga poetica riflessione sulla condizione senile è stata messa in scena dalla regista Serena Sinigaglia, con l‘ausilio di Emanuele Aldovrandi, con grande rispetto dell’opera.
I due superbi attori, vestiti dagli adeguati costumi di Emanuela Dell’Aglio, nelle vesti a tratti pure di fedeli narratori delle parole dell’autore, si sono giovati dell’originale e suggestiva scena di Andrea Belli.
In questo quadrato privo della quarta parte come un minuscolo teatro disperso nell’immenso palco del teatro posto a vista, veniva rappresentata la camera di Addie che, mano a mano che la storia procede verso il suo triste epilogo, viene smontata dagli stessi protagonisti.
In tali frangenti viene sempre in loro soccorso un onnipresente e provvidenziale servo di scena che li accompagna fino alla sua completa dissoluzione in parallelo con la loro definitiva separazione.
La produzione è del Teatro Carcano con Mismaonda.
Una simile centrata e sensibile narrazione tratta da un così particolare capolavoro letterario amato dai lettori di tutto il mondo, non poteva non suscitare grandi consensi e applausi reiterati negli spettatori presenti nel teatro esaurito.
Personalmente vorrei aggiungere un semplice, sentito ringraziamento, a tutti coloro che hanno reso possibile un simile incanto.
Guido Martinelli
Foto dalla rete e di Guido Martinelli