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Cemento, lacrime e sangue

- Cronaca
17 Febbraio 2024

Non è cambiato niente dopo la tragedia della povera Luana D’Orazio, la giovane 22enne morta mentre lavorava in una ditta tessile a Montemurlo (Prato) nel maggio 2021. Sono passati un po’ di anni, ci siamo strappati le vesti, sono iniziati i processi, abbiamo dedicato centinaia di articoli al problema sicurezza sul lavoro, servizi in tv, scioperi, poi tutto è tornato come prima. Si dimentica in fretta, troppo in fretta.

Ora una nuova tragedia: cinque morti in un cantiere edile, a Firenze, dove si stava costruendo un nuovo grande supermercato. L’improvviso cedimento di una grande trave ha causato il crollo a catena dei solai: otto operai impegnati nei lavori di costruzione sono stati travolti. Le vittime: Luigi Coclite, 59 anni, originario di Teramo ma residente a Collesalvetti (Livorno); Mohamed Toukabri, tunisino di 54 anni; Mohamed El Farhane, marocchino di 24 anni; Taoufik Haidar, marocchino di 43 anni. Manca ancora all’appello il corpo del marocchino Bouzekri Rahimi. Tutti originari della Romania i tre lavoratori rimasti feriti.

Dolore in tutto il Paese. Si può morire per il lavoro? Ce lo chiediamo ogni volta, poi ce ne dimentichiamo e andiamo avanti.

Le leggi ci sono, il problema sono i controlli. Se ne fanno troppo pochi. E così, ogni volta, torniamo a leccarci le ferite e a piangere. Avverrà lo stesso anche stavolta, e poi ancora e ancora…

Sarebbe bello dire basta e provare a cambiare qualcosa, questa volta veramente.

Foto: Vigili del Fuoco

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Giornalista.

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