In Toscana sono troppo pochi i medici in servizio al pronto soccorso. E visto che il personale non può essere spremuto fino all’osso (con turni di notte anche più di sei volte al mese) senza conseguenze negative, urge correre ai ripari. Per tamponare il problema Regione Toscana e Università (di Firenze, Pisa e Siena) hanno promosso un Master in Medicina di emergenza. L’obiettivo è quello di immettere forze fresche in servizio, a partire dal quarto mese di corso (ovviamente seguiti da un tutor fino alle fine del percorso di studi), dando una possibilità ai laureati in medicina ancora disoccupati che non sono riusciti a entrare nelle scuole di specializzazione e di medicina generale.
Dovrebbero occuparsi dei casi meno gravi, i “codici bianchi”. Ma questa idea non piace ai primari del pronto soccorso, secondo i quali c’è il rischio di creare dei medici di serie B. Sarebbe molto meglio, sostengono, formare medici completi, in grado di occuparsi, una volta completato il loro percorso formativo, di ogni tipo di problema di salute. Il motivo non è solo “sindacale”. C’è il rischio, infatti, che un paziente ricoverato in codice bianco sia più grave del previsto, quindi è difficile, e pericoloso, avere medici poco preparati.
Sono perplessità più che legittime. Resta il problema numerico: i medici neo specializzati sono troppo pochi rispetto al necessario. E investire risorse sin da subito, aumentando le borse di studio, avrebbe risultati positivi solo nell’arco di cinque anni. L’emergenza va risolta subito.
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