– Andrea Cosimi –
Pisano doc, Leonardo Ciucci è pittore noto e certamente, in questo momento, è tra le persone rappresentative della nostra città. Una Laurea in lettere moderne preceduta dall’Istituto d’Arte, Ciucci nasce disegnatore: in questa prima fase del suo percorso artistico la cera, la china, il carboncino, la matita, permettono quella velocità del tratto che traduce efficacemente la sua ispirazione figurativa.
“Ma una notte – racconta Ciucci – avviene una ‘folgorazione’, una consapevolezza irrinunciabile che dipingere era ormai una esigenza di vita”. Al risveglio Ciucci si reca sui nostri Lungarni e su una tavolozza ne rappresenta una prospettiva che ha subito successo, sia nell’animo del pittore sia nel consenso che riceve (in quel periodo viene anche definito “il lungarnista“).
Comincia una storia sempre creativa e mai tormentata in cui l’ispirazione viene tradotta nella pittura, e la pittura è una continua ricerca di prospettive, di movimenti febbrili e di ricerca della luce (riuscire a dare la luce è virtuosismo tecnico non comune) in ambiti figurativi che raccontano storie e che devono trasmettere emozioni. Quella immediatezza data dal disegnare adesso prosegue e si fonde nel dipingere attraverso una costruzione di un’opera.
Pur rimanendo figurativo il luogo non è solo scenario ma è sentimento, l’impatto che genera deve creare emozione, e Ciucci lo cerca con passione affinché le sue opere abbiano un’anima ed una storia da raccontare. Ciucci dipinge ad olio su tavola ma frequenti sono anche i disegni a china e i carboncini. Ama il monocolore nelle sue mille sfumature, perché “il monocolore tira fuori l’opera dal quadro”, e predilige le prospettive angolari.
La pisanità in tutte le sue espressioni è parte importante della sua arte. Tra l’altro Ciucci è grandissimo tifoso del Pisa, sempre presente sugli spalti: “Spesso mi è capitato di collegare un determinato periodo artistico ad una stagione particolare del Pisa”, sottolinea con passione.
Adesso Ciucci prova a portare il figurativo verso l’astratto: “Perché l’arte è sperimentare“, ci dice mentre gli occhi gli brillano di gioia.
Andrea Cosimi