L’ex sindaco di New York, Rudolph Giuliani, ripulì la Grande Mela rendendola più sicura e accogliente, ben lontana dal degrado in cui era sprofondata negli anni Settanta e Ottanta. Lo fece con il pugno di ferro e la filosofi della “tolleranza zero”. In Toscana c’è chi chiede di ispirarsi proprio a Giuliani. È il consigliere regionale Jacopo Alberti (Lega), portavoce dell’opposizione nell’Assemblea toscana: “Stroncare la microcriminalità deve diventare lo scopo dell’amministrazione comunale, basta con la politica del lasciar correre accattoni, falsi mimi, venditori abusivi, spacciatori, ubriachi e borseggiatori devono essere contrastati in ogni modo. Controlli a tappeto e meno buonismo, taser alla municipale, piccoli commissariati in città, e rinforzi al contingente di Strade sicure, affinché possano essere impiegati anche nei quartieri oltre il centro storico. Tolleranza zero in tutta Firenze, alla stregua della New York di Rudolph Giuliani”.
“La politica della tolleranza zero – prosegue Alberti – contrasta i piccoli reati, riducendo così anche i delitti legati alla macrocriminalità. Firenze, città centrale dell’arte internazionale e conosciuta in tutto il mondo, non può permettersi che la propria immagine sia veicolata da risse a colpi di bastone, coltelli puntati alla gola di ragazzini minorenni, aggressioni. Ho chiesto al governatore (Enrico Rossi, ndr) di intervenire con il sindaco di Firenze, benché uscente, affinché la ‘tolleranza zero’ diventi una priorità. Di sicuro – conclude Alberti – sarebbe il primo impegno dell’amministrazione a trazione leghista, per fare di Firenze un modello di sicurezza come lo è diventata New York”.
La tolleranza zero può, legittimamente, essere una priorità politica. L’importante è non fermarsi agli annunci e tenere conto soprattutto di una cosa: chiunque abbia responsabilità di governo deve mettersi in testa che non esistono bacchette magiche.