Hanno scatenato un putiferio le parole di Giuseppe Brini, candidato a sindaco del centrodestra nel Comune di Pontedera (Pisa). “Ho quattro nipoti, non ci ho gay, non ci ho nulla… ho educato due figli e quattro nipoti. Io dico a tutti loro: ‘Quando la sera dite la preghiera ricordatevi che siete nati nel posto migliore del mondo, che è l’Italia”. Applausi dei presenti in sala. La prima parte della frase, però, “non ho gay…”, non poteva passare inosservata. E la Lega stessa ha preso subito le distanze. “La frase sui gay – ha detto il deputato Edoardo Ziello – è imbarazzante e non rispecchia in alcun modo il pensiero della Lega, partito inclusivo che guarda al futuro. Per noi ognuno è libero di seguire l’orientamento sessuale che più lo aggrada e questo è testimoniato dal fatto che abbiamo iscritti e simpatizzanti omosessuali. La frase sui gay è inaccettabile e non rispecchia in alcun modo il pensiero della Lega”.
Poco dopo Brini ha fatto marcia indietro: “Mi scuso se le parole che ho utilizzato, possono aver offeso la sensibilità di persone che non debbono essere giudicate per la propria inclinazione sessuale. Mi sono espresso male, probabilmente qualcuno si sarà offeso delle mie parole eme ne dispiaccio. Con i fatti, meglio che a parole, dimostrerò che nessuno verrà discriminato con la nostra azione di governo. Le persone che rispettano le regole, di ogni sesso o colore, saranno al centro della nostra azione amministrativa. Le liste che mi sostengono non guardano alle preferenze sessuali, tant’è che sono presenti anche candidati dichiaratamente omosessuali, ma che sono stati scelti soltanto in base alle loro capacità”.
Il sindaco di Pontedera, Simone Millozzi, ha commentato così la frase di Brini: “Penso che Pontedera meriti davvero altre parole ed altri valori tipo queste di Ferzan Ozpetek: ‘Nel mondo che amo, ciascuno può essere semplicemente se stesso, con naturalezza e libertà, senza per questo sentirsi giudicato. Può vestirsi come gli pare, ballare come si sente, cantare a squarciagola nella notte, se ha voglia di far sapere a tutti che è felice. Può nutrire i suoi sogni, coltivare i desideri, seminare il proprio futuro di nuove speranze. Può chiamare il suo amore a voce alta, infischiandosene se a qualcuno potrà dare fastidio’“.
Accantoniamo un attimo le polemiche e soffermiamoci su un dato: chi conosceva Brini fino ad ora? Non tantissimi. Ora ne hanno parlato tutti. Al netto dell’indignazione a livello mediatico quella frase sui gay buttata lì, in modo anche un po’ sconclusionato, è stata un successone. Missione compiuta per Brini. Il meccanismo, del resto, è ben collaudato. Ci sono tanti casi scuola…
Ma se Brini pensa (davvero) quello che ha dichiarato in un secondo momento (e non abbiamo dubbi che non lo pensi) non capiamo perché prima abbia sentito il bisogno di dire che ha una famiglia normale e non ha gay (in famiglia, ndr)… Facciamo finta di essere in un quiz a premi: la “busta uno” dice che Brini è omofobo, la “busta due”, invece, rivela che è una persona rispettosa delle libertà altrui. Qual è il vero Brini? E i pontederesi cosa ne pensano?
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