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“Senza un’Europa forte l’Italia sarebbe troppo debole nel mondo. Quante fesserie dai sovranisti…”

- Politica
24 Maggio 2019

In vista delle Elezioni europee abbiamo intervistato Costanza Hermanin, candidata con +Europa nella circoscrizione dell’Italia centrale. Docente di Politica e istituzioni dell’Ue in diverse università, è fermamente convinta della necessità di portare avanti il “sogno europeo” costruito sino ad ora, perché solo uniti possiamo competere con il resto del mondo senza essere stritolati.

Quando e perché ha deciso di occuparsi di politica?
Mi occupo di politica da anni, prima come ricercatrice, poi lavorando a Bruxelles per un’organizzazione non governativa. Nell’ultimo anno e mezzo ho deciso di impegnarmi direttamente perché sono preoccupata. Sono a rischio, infatti, i nostri valori e ideali di libertà e democrazia e i progetti dell’Unione europea in cui credo fortemente.

Il suo partito parla di un rischio forte, se prevarranno le forse sovraniste…
Se vincono le attuali forze di governo e le forze a loro collegate in Europa c’è il rischio che ogni Stato si trovi a dover affrontare da solo le sfide globali che ci troviamo di fronte, trattando direttamente con Putin e la Cina, affrontando temi come la gestione dell’immigrazione, la difesa dell’ambiente o i grandi accordi economici. Nell’Europa della Nazioni, infatti, ognuno va da sé e questo è un rischio forte perché non avremmo la forza di imporci di fronte alle grandi potenze. Pensi che l’Italia è l’unico Stato, dell’Ue, ad aver firmato un memorandum con la Cina.. Ma che potere contrattuale possiamo avere se procediamo da soli? E’ ovvio che, uniti, il nostro peso in ogni trattativa è più forte.

Voi che Europa volete?
Il nome del partito già lo dice. I problemi principali li abbiamo perché non c’è abbastanza Europa e i singoli stati si mettono di traverso. Pensi all’immigrazione: gli stati dell’Est hanno impedito di adottare una linea comune. E su tante altre questioni importanti abbiamo bisogno di una politica comune: penso all’unione bancaria, alle politiche economiche e alle questioni finanziarie. Su questi temi c’è ancora troppa Europa degli Stati.

Le forze sovraniste sono sempre più forti. Come spiega questo consenso?
È semplice. Per essere veri leader bisogna avere il coraggio di dire cose impopolari, articolando soluzioni complesse. Le forze sovraniste fanno l’esatto contrario, dicono cose semplici ma inefficaci, solo per ottenere consenso. Ma così i problemi non si risolvono.

Per arginare l’avanzata dei sovranisti c’è già chi fa i calcoli per una futura alleanza, subito dopo le elezioni, tra Ppe, Pse e liberali. Non c’è il rischio di rafforzare sempre di più i sovranisti?
Credo di no. Noi abbiamo scelto di presentarci da soli perché, una volta eletti al Parlamento europeo, vogliamo unirci al gruppo dei liberali e democratici, dove altrimenti non ci saranno rappresentanti italiani. Senza questa forza politica europea i popolari e i socialisti, che molto probabilmente vedranno molto ridimensionati i loro voti (e seggi), non avranno i numeri per poter fare le riforme di cui l’Ue ha bisogno. Penso anche all’apporto dei Verdi tedeschi, che a differenza di quelli italiani sono liberali.

Com’è la campagna elettorale che sta affrontando? Che impressione trae dagli incontri che fa con gli elettori?
È stata difficile, non abbiamo avuto alcuna visibilità, specie in tv. Personalmente, a parte la stanchezza, devo dire che è stata molto divertente. È l’unico momento, infatti, in cui hai l’occasione di fare dibattiti con gli altri partiti e puoi ribattere alle fesserie che dicono, specie sull’Europa. Gli argomenti usati sono così falsi che è molto semplice ribattere.

In Italia +Europa ha eletto alcuni parlamentari con le liste del Pd. Questa alleanza andrà avanti?
Dipende da cosa deciderà di fare il Pd. Se, come a volte si sente dire, il disegno è quello di fare un’alleanza coi 5 Stelle, sicuramente non andremo avanti insieme. Una cosa, infatti, è dialogare con chi è uscito dal Movimento, come ad esempio il sindaco di Parma Pizzarotti, altra cosa è allearsi.

Come crede sia cambiato il Pd tra la segreteria di Renzi e quella di Zingaretti? C’è più spazio di manovra per voi?
Il Pd ha scelto di fare una virata a sinistra, prima era molto più centrista. Questa, però, è una dinamica che vediamo anche in altri Paesi, come nel Regno Unito, in Francia… vedremo come gli elettori valuteranno questa scelta. Di sicuro non credo in un Pd con Renzi e Calenda al proprio interno se il baricentro si sposterà troppo a sinistra.

Il governo gialloverde appare sempre più litigioso. Che futuro avrà?
A mio avviso è destinato a durare perché non conviene a nessuno di loro cambiare. Il M5S non sarebbe maggioritario neanche se si alleasse con il Pd. La Lega, invece, può controllare molto bene il M5S

Com’è cambiato il centrodestra? Il predominio politico di Salvini è tutto merito della Lega o anche colpa di chi gli ha lasciato campo?
Molto del merito è di Salvini e delle sue tecniche di comunicazione. Certo è che in Italia non esiste più un centrodestra moderato credibile

Che giudizio esprime della Rai di oggi, di impronta Lega-M5S?
Il vero problema è che non è più una Rai lottizzata ma invasa: è un servizio non più pubblico ma di governo.
In campagna elettorale non c’è stata imparzialità e lo dimostra la sanzione di AgCom a Raidue. Ma anche fuori dalla campagna elettorale prevalgono dibattiti senza contraddittorio. Preoccupa, inoltre, la presidenza di una personalità con idee molto vicine all’estrema destra.

A chi dice che il voto a +Europa è inutile, cosa risponde?
Votare per +Europa non equivale a disperdere il voto. Perché in un sistema proporzionale come questo, non scegliere noi vuol dire fare un regalo alle forze di governo. I 3-4 seggi che prenderemmo noi, infatti, se dovessimo ottenere il 3,9% o poco meno non andrebbero al Pd ma a chi ha più voti, quindi prevalentemente a Lega e M5S.

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Giornalista.

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